Who knows how many legends exist and have been lost in time. Because once, when we lived in was big FANTASY MYTHS and LEGENDS, were part of everyday living, immanent with the surrounding nature. Legends that enrich the Heart of Man. Then came the Rationality is, so to speak. The legends have fallen by the wayside and myths into oblivion. But in some attic or basement in a few still exist. A little Indiana Jones and when we go to look for a dusty old book it brings back something of our youth, suddenly you turn on the light bulb memories. Subdued and submerged by time, from a daily reality, sometimes as banal as required. To live. Not to dream. And no more dreaming means no more living. In the end what is a legend if not a real event, or a desire ever made, but alive and then existing, or still a dream and carried and then transmitted, because Somebody once said that every thing that is thought to happen over time . Even Jules Verne wrote "follies" for his contemporaries, but the read. Too bad they have not seen the transformation of the Dream/Idea into Reality! We also want to surprise you with Fantasies which, in part, have already been carried out and for the rest only have a little patience. Everything will happen. When? In time. If they had told Garibaldi, the Hero of Two Worlds, while fighting for the indipendeza Uruguay, that one day they would build a device capable of showing not only his exploits, but also the clamor of battle in thousands of kilometers away, maybe until his very distant Italy, he said that and set out this possibility would have been taken for a madman and immediately locked up. Yet thousands of years have passed ... Only he who aims with the heart of a child can see and hear the voices in the Future from the Past. She will travel through Time and Space and its life will become an immanent, perpetual Great Legend. Like those on the lakes, which are the birthplace of life, which apparently are motionless but in reality pulsate constantly producing breath of life. Eternally.
Even the legends of the Valle d'Aosta with its Demons (Mont Maudit or Mount Doom) who rode the mountains, crossing the forests that spoke to the lakes and then watered in rushing streams, have gone missing. But we shall find them and when we get the inspiration from the memories of an old village or an old press, accidentally came to light, we ve to invent. But not too much. With a keen eye, understand, through ancient sites, what had happened there. Just get an old "rascard", now abandoned. The tracks never disappear ... Incidentally a Lake may not even have a name, but can not own a Legend. Would you say that it is a dead lake, fake or plastic. Meant to signify that the Life and Men have been away from him and therefore is devoid of any History. That does not exist. But there are Lakes that do not exist. They're all alive, kicking, very colorful and also have the feelings. When the weather turns bad, in fact, as men do, darken becoming dark Mood, so much so that change Color!
We wanted to include two lakes that are close, but do not belong to the group of real Emilius: Lake Lavodilec (three times the word lake, why is he washed Lec always mean that lake) on the Eastern slopes of the Little Avert, and then Subgroup in the Grand Avert, branch to the North of the ridge that originates from Tersiva, while the second, or the Lake of Money is a little further away, with another series of small lakes that above the surround. Belongs to the Subgroup of the Mount Penne Blanche, but it is still located inside the Vallon of Grauson, in its branching East called Tessonet or even call Doreire, which also goes towards this Point Tersiva with the long Ridge West-southwest of the same. Finally, the Lakes of the Tersiva or Dorère or Doreire, that reproduce this old name, now supplanted by the Tessonet. This wanting to be a "nice" hug between these two great pyramids, located in the heart of Aosta's Valley.
In this First Part will look at the lakes that descend perpendicularly to the North to the Dora Baltea, on the central axis of the Aosta Valley, in the Second ones that go in the opposite direction, ranging from branches of Lussert, Corona and Doreire to merge in Torrent of Grauson, which, in turn, flows in the waters Urtier's Torrent, then down definitively as Grand'Eyvia River near Aymavilles Municipality, where, they too, "die" in Dora Baltea Stream.
The LAURES, by emilius
Chissà quante leggende esistevan e son andate perdute nel tempo. Perché una volta, quando la FANTASIA era grande si viveva di MITI e di LEGGENDE, facevano parte del quotidiano vivere, immanente con la circostante Natura. Leggende che arricchiscono il Cuore dell'Uomo. Poi é arrivata la Razionalità, per così dir. Le leggende son cadute nel dimenticatoio ed i miti nell'oblio. Ma in qualche soffitta od in qualche scantinato esiston'ancora. Un poco all'Indiana Jones andiamo a cercarle e quando un vecchio libro polveroso ci riporta a galla qualcosa della nostra gioventù, d'improvviso s'accende la lampadina dei ricordi. Sommessi e sommersi dal tempo, da una realtà quotidiana, a volte tanto banale quanto necessaria. Per vivere. Non per sognare. E non più sognar significa non più vivere. Alla fin fine che cosa rappresenta una Leggenda se non un fatto realmente accaduto, o un desiderio mai realizzato, ma vivo e quindi esistente, oppur ed ancora un sogno effttuato e successivamente trasmesso; perché, diceva qualcuno, che ogni cosa pensata si realizzerà nel tempo. Anche Jules Verne scriveva "follie" per i suoi contemporanei, che però le leggevano. Peccato non abbian poi veduto la trasformazione del Sogno/Idea nella Realtà! Anche noi vogliamo stupirvi con delle Fantasie che, in parte, si son già realizzate e per il resto abbiate solo un pochettino di pazienza. Tutt'avverrà. Quando? Nel tempo. S'avessero raccontato a Garibaldi, l'Eroe dei Due Mondi, mentre combatteva per l'indipendeza dell'Uruguay, che un giorno avrebbero costruito un apparecchio in grado di far vedere, non soltanto le sue gesta, ma anche i clamori della battaglia a migliaia di Kilometri di distanza, magari fino alla sua lontanissima Italia, costui che affermante ed enunciante questa possibilità sarebbe stato preso per pazzo e subito rinchiuso. Eppur non son passati millenni... Solo chi si propone con il Cuore di un bambino potrà vedere nel Futuro ed ascoltar le voci dal Passato. Saprà viaggiare nel Tempo e nello Spazio e la sua Vita diventerà un'immanente, perpetua Grande Leggenda. Come quelle sui Laghi, che son luogo di nascita di vita, che apparentemente son'immoti ma che in realtà pulsano costantemente producendo l'alito della vita. Eternamente.
Anche le leggende della Valle d'Aosta con i suoi Demoni (il Mont Maudit ovvero il Monte Maledetto) che cavalcavano sulle montagne, attraversavano le foreste parlando ai laghi e poi abbeverandosi nei torrenti impetuosi, son andate disperse. Ma noi le ritroveremo e quando non avremo lo spunto dai ricordi d'un vecchio del villaggio o da un'antica stampa, casualmente tornata alla luce, noi ve le inventeremo. Di sana pianta. Ma non troppo. Con un occhio attento, capiremo, attraversando antichi luoghi, quello che v'era accaduto. Basta entrar in un vecchio "rascard", ormai abbandonato. Le tracce non scompaiono mai... Daltronde un Lago può anche non aver un nome, ma non può non posseder 'na Leggenda. Vorrebbe dire ch'é un lago morto, finto o di plastica. Vuole significar che la Vita e gli Uomini sono stati lontan da lui e quindi é privo di qualsiasi Storia. Che non esiste. Ma non esistono Laghi che non esistono. Son tutti vivi, vegeti, molto colorati ed hanno pure dei Sentimenti. Quando il tempo imbruttisce, infatti, come fan gli uomini, s'incupiscono diventando di scuro Umore, tanto che cangian di Colore!
Abbiam voluto inserire anche laghi viciniori, ma non appartenenti al Gruppo vero e proprio del Emilius: il Lago di Lavodilec (tre volte la parola lago, perché sia Lavò che Lec significano sempre Lago) posto alle pendici Orientali del Petit Avert e quindi nel Sottogruppo del Grand Avert, diramazione a Settentrione della cresta che si origina dalla Tersiva; mentre il secondo, ovvero il Lago di Money, é un poco più distante, con un'altra serie di piccoli laghi che al di sopra gli fanno da contorno. Appartiene al Sottogruppo del Mont Penne Blanche, ma é collocato pur sempre all'interno del Vallone del Grauson, nella sua ramificazione Est detta del Tessonet od anche chiamata di Doreire, che sale, anche questa, verso la Punta Tersiva con la lunga cresta Ovest-sudovest della medesima. Infine i laghi della Tersiva o Laghi Dorère o Doreire, che ripropongono questo vecchio nome, oggi soppiantato da quello di Tessonet. Questo a voler rappresentare un "simpatico" abbraccio tra queste due splendide piramidi, poste nel cuore della Valle d'Aosta.
In questa Parte Prima prenderemo in considerazione i laghi che scendono a Settentrione perpendicolarmente verso la Dora Baltea, sull'asse centrale della Valle d'Aosta; nella Seconda quelli che, andando in direzione opposta, vanno dai rami di Lussert, Corona e Doreire a confluire nel Torrent di Grauson, che, a sua volta, si getta nelle acque dell'Urtier per poi scendere definitivamente come Grand'Eyvia fino ad Aymavilles, ove, anch'esse, "muoiono" nella Dora.
LAURES ROESES & MATTERHORN, by Antonio
Little mini Peckoz Pond or the Lake of Gamekeepers
Hunters's, Rangers & Gamekeeper's Old & New Shelter and Peckoz Pond, near Carrel Hill & Federigo Zullo Bivouac
These damn poachers continued to chop down Chamois and Ibex in the Great Reserve of Baron Beck Peckoz (my friend Eusèbe Imperial, ex Mayor of Charvensod, supports voice Peccoz), originally from Valle di Gressoney beyond the Mount Rosa, in '800 had obtained from the small Town of Saint Marcel granting, for I do not know how many years, of the homonymous valley, rich in minerals and fauna. It was a Walser, ie coming from the adjacent Switzerland, where in time he had installed a German-speaking Community, the same had progressed in this valley, where even today is inherent, but then slowly over time had expanded down towards the Central Valley of the River Baltea. Indeed it had crossed starting the colonization of the opposite side, or what, in the Municipality of Champdepraz, opens the door to the Natural Park of Mount Avic.
The "poor" Baron was desperate. Who fired here, who pulled a gun from there. Against his beloved beasts that roamed the Great fearless Avert the Tersiva from the Point of Tessonet to that of Leppy (as it was called then), over the tricky Range Roizes, then down to Laures and the hill of the same name and those of Arbolle, Pass of the "Three Capuchins" and Peckoz "terrible" Pass were going to "walk" from the Valley of the Grauson above Cogne, to that of Arbolle, beyond the Pila and finally to below the walls of Emilius and, over there above the City of Aosta, the Becca of Nona. a United immense. Beautiful to live, but very difficult to be subject to strict control. Baron, however, did not give up so easily and, as an old man fearless warrior, increased the number of his Gamekeepers and installed new "checkpoints".
Indeed the area that put him more apprehensive and distressed was the one below the North Face of Emilius, above the wild Walloon of th'Arpisson, and the "Becca". There are not too easily reached by Martsaouchy Alpage along the Sources of Emilius, but quietly from Pila's Pastures or the Walloon of Dard, through the Comboé, and coming to the easy Carrel Hill, placed between these two mountains. A no-brainer for these "Lazzaroni/Scoundrels" of Poachers. Firing wildly where they wanted, so they carried the poor beasts and ran down an easy path. Instead, the gamekeeper had, from Laures to get int'Arpisson, cross the "tough" With Peckoz. What if there was not snow were spending their own, and not pass it even today. They were always late. And when, at the cost of risks, dangers and fears, were coming ... always late. The Marauders had fled. What to do? The Baron did equip the crossing from Col Peckoz leads to big Shoulder Head Blantsette and there he thrust the eyebolts into the rock, of which today there are still signs. Just know watch a watchful eye. From Poacher ... But even in this fashion were not solved the problem. The Poachers were always in the lead and, at times, the Rangers could not even pass because of ice on the rocks. It was then that the Baron thought it well to build a shelter. Where? Logically the Carrel Hill, just below the North. From there, in that narrow passage, necessary step, they awaited the passage of the Marauders coming from Comboé-Plan Valé or by the two Glaciers of th'Arpisson coming from below, ie Martsaouchy Croix-Plan (ie "walk up" and "Plan of Cross", indicating the entrance into Arpisson). There was only one problem: there was no water. Beyond the southern slope is all dry and if it finds a drop; here, on Arpisson, everything is frozen and the water appears in the light of the sun only much lower. To the Sources of Emilius, 6/700 meters below. A big problem in the problem. The Baron became doubtful, almost angry: "Possible to do a good deed and protect these poor animals Heaven does not give a helping hand". And Heaven gave it. One of his Rangers, the Elder, was an Idea. That? It took a Miracle ... Nice stuff, to get almost laughed. But the Old Man had not yet played all his cards and the theoretical virtual (this word did not exist at that time, had yet to be coined) passed to something more "practical". That? We wanted to, if not a Miracle, at least one Magic. More practical than that! In those days it was still believed in Magic. "And what Magic?" Asked the Baron somewhat perplexed. "Simple, we ask all'Emilius. Maybe he is not the Master of the House?". They went a little further up to "Becca". There, the Rangers knew that there was a Powerful Eco. It would have been easy to communicate with the Sovereign. I will not go (go read "Th'horrible Emilius' E'CHO" in "Part Third " of "Folklore & ... Funny Histories & ... Curtain III°"). They called Emilius and he answered. With a great big voice, but in a polite manner. They called him again and he again replied, but more clearly. It understood. "Do you want water? And is water. So turn away these Bastards who kill my poor Steinbocks, which is my royal ornament!" They say he was born a little bit of pee and a lake as small as pretty. Right there, next to the small hut, nestled in the rocky end of his left leg, which is the Western Ridge. The Baron, drunk with joy, rubbed his hands: "Now I want to see them, the ones there". And his Rangers were not happy without him. Uncorked a nice bottle of Barolo and Baron sending a Messenger, logically via the Col Peckoz, which then was still called so, but "The Croé Pas" which means "Little Pass," where the Little should be read as difficult. The order was to make the cannons roar and rumble of the same, a few hours later, spread across the valleys, from Mulac and from the Great Chaux, where there its Headquarters. War and Hunting. Why is there only he could hunt, Baron Beck Peckoz or, if you prefer, Beck Peccoz.
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Questi maledetti Bracconieri continuavan ad abbatter Camosci e Stambecchi nella Grande Riserva del Barone Beck Peckoz (il mio amico Eusèbe Imperial, ex Sindaco of Charvensod, sostiene la voce Peccoz); originario della Valle di Gressoney al di là del Rosa, nell'800 aveva ottenuto dal Comune di Saint Marcel la concessione , per non so quant'anni, dell'omonima Valle, ricca di minerali e di fauna. Era un Walser, cioé proveniva dall'attigua Svizzera, dove nel tempo s'era installata una Comunità Tedesca; la medesima aveva progredito in questa vallata, ove ancor oggi é insita, ma poi lentamente nel tempo s'era espansa scendendo verso la Valle Centrale del Fiume Dora Baltea. Anzi l'aveva attraversato iniziando la colonizzazione del versante opposto, ovvero quello che, nel Comune di Champdepraz, apre le porte al Parco Naturale del Monte Avic.
Il "povero" Barone era disperato. Chi sparava di qua, chi "sparonava" di là. Contro le sue amate bestie, che impavide scorazzavano dal Grand Avert alla Tersiva, dalla Punta del Tessonet a quella di Leppy (così si diceva allora), sopra l'ostica Catena delle Roizes; poi scendevan alle Laures e per l'omonimo colle e quelli di Arbolle, il Passo "dei Tre Cappuccini" ed il "terribile" Col Peckoz andavan a "spasso" dal Vallone del Grauson, al di sopra di Cogne, a quello dell'Arbolle, al di là del Comprensorio di Pila ed infin sin sotto le pareti dell'Emilius e, laggiù sopra la Città d'Aosta, della Becca di Nona. Un Regno immenso. Bello per vivere, ma molto difficile da assoggettar a stretto controllo. Il Barone però non s'arrendeva così facilmente e, da vecchio impavido guerriero, aumentò il numero dei suoi Guardiacaccia ed installò nuovi "posti di blocco".
Anzi l'area che lo metteva maggiormente in apprensione ed in difficoltà era proprio quella sottostante la Parete Nord dell'Emilius, sopra il selvaggio Vallone dell'Arpisson, e la "Becca". Lì si arrivava non troppo agevolmente dagli Alpeggi del Martsaouchy lungo le Sorgenti dell'Emilius, ma tranquillamente da Pila o dal Vallone del Dard, passando per il Comboé, e pervenendo al più che facile Colle Carrel, collocato tra queste due montagne. Un gioco da ragazzi per questi Lazzaroni di Bracconieri. Sparacchiavano dove volevano, caricavano le povere bestie e scappavan giù per comodo sentiero. Invece i Guardiacaccia dovevan, dalle Laures per arrivare nell'Arpisson, attraversare "l'ostico" Col Peckoz. Che se c'era la neve non lo passavi proprio, e non lo passi neppur oggidì. Eran sempre in ritardo. E quando, a prezzo di rischi, pericoli e paure, arrivavan eran ... sempre in ritardo. I Malandrini se l'eran già squagliata. Che fare? Il Barone fece attrezzare la traversata che dal Col Peckoz porta allo Spallone della Testa Blantsette; vi fece conficcar fittoni nella roccia, dei quali ancor oggi esiston segni. Basta saper guardar con occhio attento. Da Bracconiere ... Ma anche in codesto modo non veniva risolto il problema. I Bracconieri eran sempre in vantaggio ed, a volte, i Guardiaparco neppur riuscian a transitar causa il ghiaccio sulle rocce. Fu allora che il Barone pensò ben di costruire un Ricovero. Dove? Logicamente al Colle Carrel, appena sotto a Settentrione. Da lì, in quella strettoia, passaggio obbligato, avrebbero atteso il passaggio dei Malandrini in arrivo dal Comboé-Plan Valé o dai due Ghiacciai dell'Arpisson arrivando da sotto, ovvero Martsaouchy-Plan Croix (cioé "Cammina in sù" e "Piano della Croce" che indicava l'ingresso nell'Arpisson). Esisteva un sol problema: non c'era l'acqua. Di là sul Versante Meridionale é tutto secco e non se ne trova goccia; di qua, sull'Arpisson, tutt'é gelato e l'acqua appare alla luce del sole sol molto più in basso. Alle Sorgenti dell'Emilius, 6/700 metri al di sotto. Un bel problem nel problema. Il Barone diventò dubbioso, quasi iracondo: "Possibil che per far un'opra di ben e proteggere sti pover'animali il Cielo non dia n'aiuto". Ed il Cielo diede. Ad uno dei suoi Guardiaparco, il più Anziano, venne un'Idea. Ovvero? Ci voleva un Miracolo ... Bella roba, da ridere. Però il Vecchio non aveva giocato ancor tutte le sue carte e dal teorico virtuale (questa parola a quei tempi non esisteva, dovev'essere ancor coniata) passò a qualcosa di più "pratico". Ovvero? Ci voleva, se non'un Miracolo, almen'a Magia. Più pratico di così! In quei tempi si credeva ancor nelle Magie. "E quale Magia?", domandò, alquanto perplesso, il Barone. "Semplice, la chiediamo all'Emilius. Non é forse lui il Paròn de Casa?". Andaron un pò più in sù, verso la Becca. Lì il Guardiaparco sapeva esistere un'Eco Potente. Sarebbe stato facile comunicar col Sovrano. Non mi dilungo (andate a leggere "Th'horrible Emilius' E'CHO" nella "Parte Terza" di "Folklore & ... Funny Histories & ... Curtain III°"). Invocaron l'Emilius e lui rispose. Con un gran vocione, ma in modo educato. Lo chiamaron di nuovo e lui nuovamente si fece sentire, ma in maniera più chiara. Si capiron. "Volete acqua? E sia Acqua. Così allontanerete questi Bastardoni che uccidon i miei poveri Stambecchi, che son il mio regale ornamento!" Dicon che fece un poco di pipì e nacque un lago tanto piccolino quanto graziosetto. Proprio lì, vicino al piccolo Rifugio, incastonato nelle pietraie terminali della sua gamba sinistra, ossia la Cresta Occidentale. Il Barone, ebbro di gioia, sfregò le mani: "Adesso li voglio proprio vedere, quelli lì!". Ed i suoi Guardiaparco eran felici non men di lui. Stapparono una bella bottiglia di Barolo ed il Barone invio un Messaggero, logicamente tramite il Col Peckoz, che allora non si chiamava ancor così, bensì "Lo Croé Pas" che significa il "Piccolo Passo", dove quel Piccolo dev'essere letto come difficoltoso. L'ordin era far tuonare i cannoni ed il rombo degli stessi, poche ore dopo, si sparse nelle valli; da Mulac e dalla Grande Chaux, ove esistevan i suoi Quartieri Generali. Di Guerra e di Caccia. Perché lì poteva cacciar soltanto Lui, il Barone Beck Peckoz o, se preferite, Beck Peccoz.
The minuscule Pond of Western Glacier Arpisson's BELOW the North Wall
Arpisson Pond
But Emilius, which is a generous, did more. Taking again a little pee, but more down to the bottom edge of Glacier Western Arpisson, gave birth to a second pond. Of this no one knows anything, not even the Geographical Maps report it, but it exists. The Emilius, who is also a softie, he also thought the thirst of those poor mountaineers, who came up from the Valley of th'Arpisson. He had begun to see them from Summer of 1897, when the bold roped-Daniele Devalle, with two excellent Mountain Guides Valtournanche, the day before he had even climbed the Virgin Becca Seneva, impenetrable Wall along its West, and the next day had "scratched" his powerful North Wall opening a path under the Little Emilius, wandering a little bit about "his" North to finally conclude with the West Ridge, still untouched. But Emilius, which is also an Old Elephant with memory, that's so, elephant remembered even further in time past, when another climber, perhaps even bolder but a little confusing, had already tried to challenge his Northern Abyss. They came from Turin and were accompanied by two Mountain Guides of the Susa Valley: Augusto and Vittorio Sibille. It was September 18th, 1878 when the famous Martino Baretti, together with Luigi Bruno, stormed to an imaginary wall or ridge (we would say the first one) arriving at a hundred meters from the Summit and then retreat. We tell it in the "Bulletin" C.A.I. 1878, p. 565: "... a dangerous and exhausting work 4 to 5 hours for all those rocks covered with ice and cut anywhere from walls that can not be overcome, difficult to turn, led us to 100 m. From the top. Unable to fetch higher for the condition of the rocks ... we beat a retreat.". The Emilius is well remembered these brave, but made quite a mess, so much so that even nowadays you understand where they are passed. However, a great test of courage. For the Period. Gave up with them. He did not, unfortunately, could not do anything to help them, there was still no GPS to follow them! But, at this point, he had an idea: how he had helped the Baron Peckoz and his Rangers, also had to help these intrepid that, incidentally, wrote to him upon his History, and delivered for Eternity to Mass Media. Without their help and courage would have remained a small mountain to goatherds or, at most, hunters. So much so that even the Praetorians and the Legionaries of Caesar Augustus knew what it was called. Passed, looked at him with suspicion, but then pulled straight towards Gaul. I do not even know who he was. How, he thought, and said Emilius: "I am Th'Emilius, the King of the City of Aosta. Shall have no other Emilius before Me ...". But then rightly reflected, without these brave creeping along its walls or toiling over his crest he would remain None. He thought deeply. Then he developed a fundamental concept: Privacy. "I raise a pond at the edge of the glacier, to the edge of the moraine, so the hide to most. Will only quench the thirst of Heroes, the Ephemeral these Heroes who risk their lives for nothing.". Gave birth to him at night. In great secrecy. Then he shoved a Password, so I could only use the Workers in ascents. The difficult ones: the North of the Little Emilius, North Face, on the Black Triangle and why not, on the North-northeast Edge. "Get away!, the Mass here. They are requested, these Pirates, Crest " of Three of the Capuchins." Indeed, for safety reasons, it will only see when they are on the walls. They can locate and, in return, drink. Those who come down from there, take care of themselves. will drink the water of Frozen Lake or, at most, the Laures. This is only a pond only for the Elects. "
That's why no one knew and knows the "Pond of the North Wall." All others, including cartographers, will pass to the side but not see it. For them will be a Ghost Lake, the result of some kind of bales Blustery ...
The Arpisson's Pond under the North Face, by Camillo Roberto Ferronato
Il minuscolo Laghetto dell'Arpisson
Ma l'Emilius, ch'é un generoso, elargì di più. Facendo nuovamente un pò di pipì, ma più in basso verso il margine basso del Glacier Occidentale d'Arpisson, dava alla luce un secondo laghetto. Di questo nessun sa nulla; nemmen le Carte Geografiche lo segnalano, ma esiste. L'Emilius, che é anche un tenerone, pensava anche alla sete di quei poveri alpinisti, che salivano dal Vallone di Arpisson. Aveva incominciato a vederli dall'Estate del 1897, quando l'audace cordata Devalle-Daniele, con due ottime Guide della Valtournanche, il giorno prima aveva salito l'ancor Vergine Becca di Seneva, lungo la sua ostica Parete Ovest, ed il giorno appresso aveva "graffiato" la sua poderosa Parete Nord aprendo una via sotto al Piccolo Emilius, girovagando un poco sulla "sua" Nord per infine concludere con la Cresta Ovest, ancor inviolata. Ma l'Emilius che é anch'un Vecchio Elefante con la memoria, perlappunto, da elefante si ricordava ancor più in là nel tempo passato, quando un'altra cordata, fors'ancor più audace ma un poco confusionaria, aveva già provato a sfidare il suo Abisso Settentrionale. Venivano da Torino ed erano accompagnati da due Guide della Valle di Susa: Augusto e Vittorio Sibille. Era il 18 Settembre 1878 quando il celeberrimo Martino Baretti, insieme a Luigi Bruno, diede l'assalto ad una fantomatica Parete o Cresta (noi diremmo la prima) arrivando ad un centinaio di metri dalla Vetta per poi batter in ritirata. Ce lo raccontan nel "Bollettino" C.A.I. 1878, pag. 565: " ... un pericoloso e faticosissimo lavoro di 4 a 5 ore per quelle roccie tutte coperte di ghiaccio e tagliate ovunque da pareti impossibili da superarsi, difficili a girarsi, ci portò a 100 m. dalla cima. Impossibile prendere più in alto per la condizione delle roccie battemmo in ritirata... ". L'Emilius ben si ricordava di questi valorosi, che però facevano un bel pò di casino, tant'é che neppur oggidì si capisce ove sian passati. Comunque una grande prova di coraggio. Per l'Epoca. Rinunciò, insieme a loro. Non aveva, purtroppo, potuto nulla fare per aiutarli: non esisteva ancora il GPS per seguirli! Però, a questo punto, gli venne un'Idea: come avea aiutato il Barone Peckoz ed i suoi Guardiaparco, doveva aiutar anche questi intrepidi che, daltronde, gli scrivevano addosso la sua Storia, consegnandolo per l'Eternità ai Mass Media. Senza il loro aiuto e coraggio sarebbe rimasto una montagnetta per caprari o, al massimo, cacciatori. Tant'é vero che neppur i Pretoriani ed i Legionari di Cesare Augusto sapevano come si chiamasse. Passavano, lo guardavan con diffidenza, ma poi tiravan dritto sù per le Gallie. Non sapevan neppur chi fosse. Come, pensò e disse l'Emilius: "Io son L'Emilius, il Re della Città di Aosta. Non avrete altr'Emilius all'infuori di Me ...". Però, giustamente poi rifletteva, senza questi valorosi che strisciavan lungo le sue pareti o arrancavano sopra le sue creste lui sarebbe rimasto Nessuno. Ci pensò a fondo. Poi maturò un concetto fondamentale: la Privacy. "Farò nascere un laghetto al margine del ghiacciaio, al limitar della morena, così lo nasconderò ai più. Sarà solo per dissetar gli Eroi, questi eroi dell'Effimero, che rischian la loro Pelle per Nulla.". Lo partorì di notte. In gran segreto. Poi gli ficcò una Password, così lo potevano utilizzare soltanto gli Addetti alle ascensioni. Quelle difficili: sulla Nord del Piccolo Emilius, sulla Nord, sul Triangolo Nero e, perché no, sullo Spigolo Nord-nordest. "Via la Massa da queste parti! Si rivolgano, questi Pirati, alla Cresta "dei Tre Cappuccini". Anzi, per sicurezza, lo vedranno solo quando saran sulle pareti. Potranno individuarlo ed, al ritorno, dissetarsi. Chi invece scenderà di là, s'arrangi. Berrà l'acqua del Lago Gelato o, al massimo, delle Laures. Questo é un laghetto solo esclusivamente per gli Eletti!".
Ecco perché nessuno conosceva e conosce il "Laghetto della Parete Nord". Tutti gli altri, cartografi compresi, gli passeranno a latere ma non lo vedranno. Per lor sarà sol'un Lago Fantasma, frutto delle balle di chissà qual Fanfarone ...
Chamolé the Lake in the shape of Boot
Chamolé Loch into Pila Basin, under Black Head & Chamolé's Hill and over Chamolé Pastures
The Lake Chamolé know is under the Northern Side of Black Head and above the eponymous mountain pasture, located in a beautiful meadow in the woods. This gave the name to the lake, from the point of view of philology, it could mean for the Chamois and Lake Chamo to Lé, but it could also mean, with a greater effort of imagination, Tsa for Cha also Alp and Lé for Molé or Mouilée with the final Alpe Bathed by the waters of the Lake, who, with his emissary provides abundant resources to irrigate the extensive meadows. They sense both versions, but we lean to the first, especially for toponymic evidence of the past, where it was called Emilius Mount Chamosier or Berrio (which means Boulder or simply Stone) Chamosser. But with this we identified a whole area, such as incidentally to Monte Cervino meaning of the "Serva", ie the forest. Incidentally in ancient times had other things to do than think about climbing mountains. This factor was developed much later, from about '700, driven by wealthy people: Priests, Englishs, Naturalists, Nobles and Notables. But at that time the lake was Lake of Chamois, who went to drink cows, goats, sheep, sheepdogs, chamois and ibex (a little less) and also the "Beiciullet" (the youth pastor) and the "Beicciun "or" Baccan " (the main and old), that is, one who, recalling the herd in great voice, makes noise. All together. And sometimes we began a gunshot. Not for fun, as it is today, but because then the meat was prized commodity. Two chamois in more and in less than a cow to break down. Final Report: more meat and even milk and cheese. To be able to survive in the harsh Mountain Life. The water gave the lake, the Lake of the Chamois or Chamolé.
But with the onset of Alpinism (1810/1820 for this area) began the transit of hikers. Through the Chamolé, above the lake, crowds of young men and some young girl. Passed, in 1834, also fourteen Argentier Emilie, daughter of the Mayor of Aosta, accompanied by the famous Canon George Carrel, confirming what we said at the beginning, which, after this climb, he thought good to dedicate this to the same mountain, and from that day the "Peak of 10 Hours", the former Monte Pie, former Pic du Vallée, former Berrio Chamosier or Chamosser became, forever, Mount Emilius. I wonder if the girl had been the daughter of a farmer or a shepherd. Ah! These Priests, always Pimps and Opportunists. And where the dedication could not even a Pope (Pius X) was successful for a youngster in the early stages in the mountains. Power of Priest, Reverend, Abbots and Canons, and may even go over the head of a Pope. And there is no need of Approval of the Bishop!
But, back to us, we said of the hill. This is the gateway to the great Walloon of Arbolle and if you do not want to climb the dangerous narrows of the Comboé, hence must necessarily pass. Alp of Chamolé, Lake Chamolé Chamolé's Hill, a triad that will become a Poem in Memory for all Climbers and Hikers. Before passing only the pastors, or some isolated Hunter. And these only knew the lake, with their Herds and Flocks.
Our lake began to understand what was the Bella Vita. "Now, that is living. Turning, climb, descend, wander. To be alive and dynamic. Did not like me, who are forced to sit still here. Never a vacation, never a day off, never a day outside. Thousands From of years I have to take the water that Black Head sends me down, hold it and then send it in to the shepherds. Which lies! I almost do a different look. A Revolution! Instead of being round, as are all the lakes, I want to become "Different" and take the shape of a boot. A Boot of Mountain, so, at least ideally, I can take these guys in their climbs. want to be one of them and, at least virtually, do the same things they do. Incidentally, although I'm old, I have always maintained a Spirit Youth". Then turned into a beautiful lake in the shape of Mountain Boot, with the tip pointing towards Col Replan Northeast and the heel towards the Black Head. As if to turn them away, to want to make her understand that he was tired of doing his slave. And for free. When the climbers passed the Chamolé saw it from the top and immediately noticed its shapes, "Look at that strange line has the Chamolé's Loch. Really looks like a boot!".
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Il Lago di Chamolé trovasi sott'al Versante Settentrionale della Testa Nera e di sopra l'omonimo alpeggio, situato in bella prateria al limitar del bosco. Questa ha dato il nome al lago che, dal punto di vista della filologia, potrebbe significare del Camoscio per Chamo e del Lago per Lé; ma potrebbe anche voler dire, con uno sforzo maggiore di fantasia, Tsa per Cha e Bagnata per Molé o Mouilée con il conclusivo Alpe Bagnata dalle acque del Lago, che con il suo emissario fornisce abbondanti risorse per irrigare gli estesi prati. Hanno senso entrambe le versioni, ma noi propendiamo per la prima, soprattutto per i riscontri toponomastici del passato, dove l'Emilius era Chiamato Monte Chamosier o Berrio ( che vuole dire Sasso) Chamosser. Ma con questo si individuava una zona intera, come daltronde per Cervino che significa Monte della "Serva", ossia della foresta. Daltronde nei tempi antichi avevano ben altro da far che pensar di scalar montagne. Questo fattore si sviluppò molto tempo dopo, a partir dal '700 circa, sospinto da gente benestante: Preti, Inglesi, Naturalisti, Nobili e Notabili. Ma in quel tempo il lago era'l Lago dei Camosci, al quale andavano ad abbeverarsi vacche, capre, pecore, cani pastori, camosci e Stambecchi (un poco di meno) ed anche il "Beiciullet" (il giovane pastore) ed il "Beicciun" o "Baccan" (il principale o padrone, il più vecchio), cioè colui che, richiamando la mandria a grande voce, fà baccano. Tutt'insieme. E qualche volta partiva una schioppettata. Non per divertimento, com'ai giorni nostri, bensì perchè allora la carne era merce pregiata. Due camosci in più ed una vacca in meno da abbattere. Rendiconto finale: più carne ed anche più latte e formaggio. Per potere sopravvivere nella dura Vita di Montagna. L'acqua la donava il lago, il Lago dei Camosci o di Chamolé.
Ma con l'inizio dell'Alpinismo (1810/1820 per questa area) incominciò il transito degli Escursionisti. Tramite il Colle di Chamolé, al lago soprastante, frotte di giovanotti e qualche ragazzina. Passò, nel 1834, anche la quattordicenne Emilie Argentier, figlia del Sindaco d'Aosta, accompagnata dal celebre Canonico George Carrel, a conferma di quanto dicevamo in'apertura, il quale, dopo questa ascensione, pensò ben di dedicare questa montagna alla medesima; da quel giorno il "Picco delle 10 Ore", ex Monte Pie, ex Pic du Vallée, ex Berrio Chamosier o Chamosser diventò, per sempre, il Monte Emilius. Chissà se la ragazzina fosse stata la figlia d'un Contadino o d'un Pastore. Ah! Questi Preti, sempre Ruffiani ed Opportunisti. E dove la dedica non riuscì neppur ad un Papa (Pio X) ebbe successo per una giovincella ai primi passi in montagna. Potenza di Preti, Reverendi, Abati e Canonici; posson passare persin sopra la testa d'un Papa. E non v'é neppur bisogno del Benestare del Vescovo!
Ma, tornando a noi, dicevamo del colle. Questo costituisce la porta di ingresso al grande Vallone dell'Arbolle e, se non si vuole salire per la pericolosa strettoia del Comboé, da qui obbligatoriamente bisogna transitare. Alpe di Chamolé, Lago di Chamolé, Colle di Chamolé, una triade che diventerà una Poesia a Memoria per tutti gli Alpinisti e gli Escursionisti. Prima passavan solo i Pastori, o qualche isolato Cacciatore. E solo questi il Lago conosceva, con le loro Mandrie e Greggi.
Il nostro Lago cominciò a capir cosa fosse la Bella Vita. "Questo si ch'é vivere. Girare, salire, scendere, girovagare. Essere vivi e dinamici. Non come me, che son costretto a star fermo qua. Mai una vacanza, mai un giorno di ferie, mai un giorno di riposo. Da migliaia di anni devo prender l'acqua che la Testa Nera mi manda giù, trattenerla e poi inviarla sotto ai pastori. Che balle! Quasi quasi mi faccio un look diverso. Una Rivoluzione! Invece d'essere tondo, come son tutti i laghi, voglio diventare "diverso" e prendo la forma d'uno scarpone. Uno Scarpone di Montagna, così, almeno idealmente, posso accompagnar questi ragazzi nelle loro salite. Voglio essere un di loro e, almeno virtualmente, far le stesse cose che fan. Daltronde, anche se son vecchio, ho sempre mantenuto uno Spirito Giovanile". Si trasformò dunque in un bel lago in forma di scarpone, con la punta verso Nordest in direzione del Col Replan ed il tallone verso la Testa Nera. Quasi a girar le spalle, a voler farle capir ch'era stufo di fare il suo schiavetto. E gratis. Quando gli alpinisti passavano il Colle di Chamolé lo vedevano dall'alto e subito notavan le sue particolari forme: "Guarda che linea strana ha il Lago di Chamolé. Sembra davvero uno scarpone!"
Two Twin Arbolle Lakes, Valoon & Chamolé's Pass
Arbolle Refuge & two Lakes under the Chamolé Hill
They say Lake Arbolle but you should tell Lakes Arbolle, simply because they are two and not just one. The first, which is the largest and also the most known and popular (2496m), occurs right at the entrance of the walloon of, after descent from the wing Chamolé Pass (2641m), the second settles at once in great bend slightly higher (2497m), behind a promontory that also preclude the view from the hut of Arbolle (2516m), which opened in 1998. The first, or West Lake, is represented on maps with a surface extension almost triple compared to the second or Eastern, an emissary of the latter, no longer than forty metres, the "links" to the previous one giving the impression , erroneous, a single lake. In some years and in certain periods of the season the reservoir top, even if only slightly, greatly expands its size, so as to prevent the passage of direct and compelling to a wide circle on its Northern shore. At other times however the lake recedes, allowing you to go directly to "cut" the path n ° 14/18/TVC to get it back over the Eastern shore, where the emissary arrives and gaining a good quarter of an hour. This comes from the Ancient Glacier of Emilius, now, apparently, reduced to a miserable thing but still "alive in the belly" the earth, merging with the Glacier du Lac Gelé, at the foot of the Northern slopes of the three peaks of Red Point (3401m), with whom he formed the beautiful Lago Gelato (2957m). These waters, leaving the same, flow underground for a short distance, then continue along the valley flowing in the light of the sun and going to meet with groundwater from a mini lake (2838m), located at the base of the Western slope of the Pas du Valaisan (3210m). Together with another source under Col Garin (2815m, are groundwater from Lake Garin side Arpisson?) with clear water intake, all together they go to gather near the "Baraque des Pouleins" (2574m, or the little foals), and the ruins of "Modzon", an ancient shelter for steers. Near a branch also comes from the Lac de l'Echo (2702m), which in turn fed by a spring, which was created under the Col Ross (3091m) and the "Little Lakes of Boulders" (2943 m), just to the west of Lake Gelato. This map of the water, together with those of drainage coming from the watershed Garin Hill-Point of the Valletta-Mount Bellefaçe in the Southwest and those of the Trident de Comboé to the North, we give a precise picture, from the hydrogeological point of view, of the waters that flow into the Vallon long Arbolle. In practice, the Mom and Dad of our two lakes.
This research in the pedigree of our two lakes was necessary to understand their history, the real one. He told us "Cèteun" aka Celestino Lucianaz inhabitant Créton near our house, Shepherd of the "Modzons" also Steers in the ancient and now decadent Shelter Arbolle with a "veranda-porch" with tin sheet roof, the story of the twins. Narrated, offering a warm slice of "polenta & brossa" (dish and exclusive of the Valle d'Aosta-based corn flour mixed with a special milk processing) to us, soaked for snow ingested throughout the day, to return from Central Point of Punta Rossa (about 3395m), this particular story that nobody knows. Was the exclusive property of "Céteun", which many Summers there from grazing the "Modzons", earning him the loaf.
It seems that the twins, children of the same parents, grandparents and grandchildren of the same great-grandparents and great-great-grandparents better or less similar once they went okay. Everyone was pulling on his way right, one to the West and the other from there, but all in all there were disagreements, disputes or envy and jealousy, some small skirmish when the waters swelled and began to cross the boundaries of the property, but nothing more. There were no cries of strong arguments and the only item that ran in the walloon was that of Celestine, to call his steers from the drinking. Indeed not to do harm to no one sent them a little here and a little there to keep the harmony with both lakes. When rebelled problems? "When they got those "Badolas" of Tourists. Then women ..." So "Céteun" revealed the Arcanum. One day there came a beautiful blonde girl. Maybe Swedish, with blue eyes, like those of the two lakes. If they both fell in love: "But this is the Fairy of my Blue Eyes even more!", Exclaimed simultaneously. The Omelette was done. From that day did not look any more. Neither is talking. That of "above" had built a booth with a cape, taking refuge behind a bend; reluctantly threw in the waters of the "below", which took them as forced. But then dismissed down with a waterfall, so loud to Comboè almost disgusted by having to hold, even for a short time. The poor Celestine had tried to make peace. But to no avail. And, if you go to see, is it still so Today. One hundred Men can get along with each other, but if you put a Woman ...
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Dicon il Lago d'Arbolle ma si dovrebbe dire i Laghi di Arbolle, semplicemente perché son due e non uno soltanto. Il primo, ch'é il più grande ed anche il più conosciuto e frequentato (2496 m), si presenta subito all'ingresso dell'omonimo vallone, dopo la discesa dal Colle di Chamolé (2641 m); il secondo s'assesta subito dopo in una grande ansa di poco più elevata (2497 m), dietro ad un promontorio precludentene la vista anche dal Rifugio di Arbolle (2516 m), inaugurato nel 1998. Il primo, o Lago Occidentale, vien rappresentato sulle Carte Geografiche con una estensione di superficie quasi tripla rispetto al secondo od Orientale; un emissario di quest'ultimo, non più lungo d'una quarantina di metri, lo "lega" al precedente dando un'impressione, erronea, d'un unico lago. In determinati anni ed in certi periodi della stagione l'invaso superiore, anche se di poco, allarga notevolmente le sue dimensioni, tanto da impedir il passaggio diretto ed obbligando ad un largo giro sulla sua sponda Settentrionale. In altri periodi invece il lago si ritira, consentendo di proseguire direttamente "tagliando" il sentiero n° 14/18/TVC per riprenderlo oltre la sponda Orientale, là dove arriva l'emissario e guadagnando un buon quarto d'ora. Questo proviene dall'Ancient Glacier de l'Emilius, ormai, in apparenza, ridotto a ben misera cosa ma ancora "vivo nel ventre" della terra; fondendosi con il Glacier du Lac Gelé, posto ai piedi del versante Settentrionale delle tre cime della Punta Rossa (3401 m), insieme al quale formano il bel Lago Gelato (29567 m). Queste acque, uscendo dal medesimo, scorrono per breve tratto sotterranee; poi proseguono lungo il vallone scorrendo alla luce del sole ed andando a riunirsi con quelle sotterranee provenienti da un mini laghetto (2838 m), posto alla base del Versante Occidentale del Pas du Valaisan (3210 m). Insieme ad un'altra fonte sottostante il Col Garin (2815 m; sono acque sotterranee provenienti dal Lago Garin sul versante Arpisson?) con evidente presa dell'acqua, tutte insieme si vanno a riunire nei pressi della "Baraque des Pouleins", (2574 m, ovvero dei puledrini), e le rovine di "Modzon", antico ricovero per i manzi. Nei pressi giunge anche un ramo proveniente dal Lac de l'Echo (2702 m), a sua volta alimentato da una sorgente, che nasce sotto il Col Ròss (3091 m) e dal "Laghetto dei Macigni" (2943 m), subito ad Ovest del Lago Gelato. Questa mappa delle acque, insieme a quelle di scolo che provengono dallo spartiacque Col Garin-Punta Valletta- Mont Bellefaçe a Sudovest e quelle del Trident de Comboé a Nord, ci offrono un quadro preciso, dal punto di vista idrogeologico, delle acque che scorrono nel lungo Vallone di Arbolle. In pratica sono la Mamma ed il Papà dei nostri due laghi.
Questa ricerca nell'albero genealogico dei due nostri laghi era necessaria per fare comprendere la loro Storia, quella vera. Ci raccontava "Cèteun", alias Celestino Lucianaz abitante al Créton vicin a casa nostra, Pastore dei Manzi nell'antico ed oramai decadente ricovero dell'Arbolle con tanto di "veranda" e tetto in lamiera, la storia dei due gemelli. Narrava, offrendoci una calda fetta di "polenta e brossa (piatto tipico ed esclusivo della Valle d'Aosta a base di farina gialla mista ad una particolare lavorazione del latte) a noi, fradici per la neve mangiata ed ingerita durante l'intera giornata, al ritorno dalla Punta Centrale della Punta Rossa (3395 metri circa), questa storia particolare che nessun conosce. Era proprietà esclusiva di "Céteun", che colà da tante Estati pascolava i "Modzons", guadagnandosi la pagnotta.
Par che i due gemelli, figli degli stessi genitori, nipoti dei medesimi nonni e con bisnonni e trisavoli meglio o meno simili, andasser 'na volta daccordo. Ognun tirava dritto per la sua, una ad Ovest e l'altra di là, ma tutto sommato non v'eran stati screzi, diatribe od invidie e gelosie; qualche piccola scaramuccia, qualche baruffetta quando le acque ingrossavan e cominciavan a varcare limiti di proprietà, ma gnente di più. Non esistevan grida di forti litigi e l'unica voce che correva nella valle era quella del Celestino, per richiamar i suoi manzi dall'abbeveraggio. Anzi per non far torto a gnun li mandava un pò di qua ed un pò di là per tener l'armonia con tutt'il mondo. Quando insorsero i problemi? "Quando son arrivati quei "Badolas" dei Turisti. Poi le donne ..." Così "Céteun" svelava l'Arcano. Un bel dì arrivò 'na bella e bionda ragazza. Forse 'na Svedese, con gli occhi azzurri, come quelli dei due laghi. Se n'innamoraron entrambi: "Ma questa Fata ha gli Occhi ancora più Azzurri dei miei!", esclamaron simultaneamente. La Frittata era fatta. Da quel giorno non si guardavan più. Neppur si parlavan. Quello di "sopra" s'era costruito un separé con promontorio, rifugiandosi dietro n'ansa; gettava con riluttanza l'acque in quel di "sotto", che le prendeva poiché costretto. Ma poi le rigettava giù, con cascata, in modo fragoroso al Comboè quasi schifato di doverle tener, anche se per la breve. Il poero Celestino avea si cercato di far Pace. Ma inutilmente. E, s'andate a veder, é ancor'Oggi così. Cento Uomin posson andar daccordo tra lor, ma se ci mettete 'na Donna ...
The Pond "Miracle" of the Pas du Valaisan
Il "Miracoloso" minilaghetto del Pas du Valaisan.
The "Miracolaous" Minipond of Pas du Valaisan.
Exists Valle d'Aosta a small lake miraculous, ie who knows fulfill Wonders & Miracles. And this is not a legend, but a true story. It depends, then, as one is able to interpret it.
Ve tell.
It was August 25, 1974, when arriving from Punta Rossa, after making the first ascent of the East Wall and its crossing of the three tips, The Roby and I go down to the "terrible" Pas du Valaisan I (3210 m) ; descend with caution being careful not to get us, one with the other, and arrive at the base stones on him. We are hungry, thirsty and tired. A day long and laborious. Even at night, rising to Pila, we had seen the Spaceship "Mother" of UFOs approximately 100 meters long, with eight portholes, and then exit from the wall had come off completely the soles of my boots "Munari Eiger", of the 1966. A nice Casino, but I came out of the dihedral Red IV, with socks off. Nevertheless, in the late afternoon of that day we were here late Summer. A providential pond I (2838 m i> greeted us. Had water so dirty and brown for soil, which come faveva disgust at the mere thought of being able to drink. Drank. The second problem was to put something under your teeth. My backpack was completely empty. But The Roby had a lovely tin of tuna and peas. I could think of Nobile's expedition to the Pole with the Red Tent. "Look how swollen is that little box. Not is that the case is suffering from botulism? ". The Roby looked at her with curiosity, turning his head this way and that, surprised and astonished. " Indeed it is precisely swollen. "So threw it with contempt, in the pond., and I stood on tip- feet, like Sylvester the Cat, I went to retrieve it. then I opened it and I ate it. Unfazed, in front of him. The Roby looked shocked: "But it has not gone bad?". "It may be, but if I have to die, I do not want to starve ... ". reproached me this impropriety for 40 years. And he does it again Today!.
The pond Valaisan had "regenerated", but Roby, who is an Unbeliever, turns with his head crooked again. Did not believe in miracles, and when I ask him:" But you have to tell the truth. The gunship, with the eight portholes, the view you or not ". Answers:" Ah! You made me do those raised at night, you made me see even UFOs. "Go to trust the Friends" ... This is not Legend, but true Story!
The VALAISAN's PASS, by emilius
Esiste in Valle d'Aosta un piccol lago miracoloso, cioé che sa compiere Prodigi & Miracoli. E questa non é una Leggenda, ma 'na Storia Vera. Dipende, poi, come uno é capace di interpretarla. Ve la raccontiamo.
Era il 25 Agosto 1974, quando arrivando dalla Punta Rossa, dopo aver effettuato la prima salita della Parete Est e relativa traversata delle tre punte, Il Roby ed io scendiamo pel "terrible" Pas du Valaisan (3210 m); scendiam con cautela facendo attenzion a non tirarci, un con l'altro, sddosso pietre ed arriviam alla base. Siam affamati, assetati e stanchi. Una giornata lunga e laboriosa. Già di notte, salendo a Pila, avevam visto l'Astronave "Madre" degli U.F.O. lunga 100 metri circa, con otto oblò; poi all'uscita dalla parete s'era staccata completamente la suola dei miei scarponi "Munari Eiger", del 1966. Un bel Casin, ma ero uscito dai diedri rossi di IV°, con le calze fuoriuscento davanti e di fianco. Ciononostante nel tardo pomeriggio di quel giorno di tarda Estate eravam qua. Un provvidenziale laghetto (2838 m ci'accolse. Aveva acqua così sporca e color marron pel terriccio, che faveva venir il ribrezzo al sol pensar di berla. Bevemmo. Il secondo problema era quel di metter qualcosa sotto ai denti. Il mio zaino era completamente vuoto. Ma Il Roby aveva una bella scatola di tonno e piselli. Mi veniva in mente la Spedizione di Nobile al Polo con la Tenda Rossa. "Ma guarda com'é gonfia quella scatoletta. Non é che per caso é affetta da botulismo?". Il Roby la guardava con curiosità, girando la testa di qua e di là, sorpreso ed attonito. "Effettivamente é proprio gonfia." Così la gettò, con disprezzo, nel laghetto. M'alzai ed in punta di piedi, come Gatto Silvestro, andai a recuperarla. Poi l'aprii e me la mangiai. Impassibile, davanti a lui. Il Roby guardava allibito: "Ma non é andata a male?". "Può esser, ma se devo proprio morir, non voglio morir di fame ...". Mi rinfacciò sta scorrettezza per 40 Anni. E lo fà ancor Oggi!.
Il laghetto del Valaisan l'aveva "rigenerata", ma il Roby, ch'é un Miscredente", storge ancora la testa. Non crede nei Miracoli e quando gli chiedo: "Ma devi dir la Verità. L'Astronave, con gli otto oblò, l'hai vista o no?". Risponde: " Ah! Mi hai fatto fare di quelle levate notturne, che m'hai fatto vedere anche gli U.F.O.". Vai a fidarti degli Amici ... Questa non é Leggenda, ma Storia vera!
The EAST WALL. The U.F.O.? There are disappeared into the night ..., by Camillo Roberto Ferronato
Lago Gelato or FROZEN LOCH
Lago Gelato or Frozen Lake in High Arbolle's Vallon, by Osw
FROZEN LOCH
The Frozen Lake (2957m) is located at the Southern foot of Mount Emilius (3559m), and is powered by residues now almost underground and a few small snowfield, that resists until late summer at the surface, in addition the glace-snow at the base of Northern side of the Red Point (3401m) with its Lake Hat (3024m) send their waters in the same direction. It is a lake which he told me Giovanni Matteo "Agostino" Zulian of Luin-Brissogne, has always been covered with a blanket of ice and snow, even during the summer. For them, connoisseurs and visitors to the area, was a big surprise when it appeared in August 1957, with its deep blue and deep. With these features had never seen! Just a frame lingered on its eastern shore, as protected from the sun by a rounded rocky promontory to 3050 meters. Like right now. So the beginning of rising temperature has a very remote date of that given to us to believe. Today, the lake ice is not "more frozen" and stripped of winter snows in advance. Already at the beginning of July you can view it in its bright colors and so will last until the beginning of the winter season and beyond. Until Grandfather Winter decides to forcefully enter into play with its freezing temperatures So many visitors to Emilius along the "ridge of the Three Capuchins" will enjoy his features, but the Lago Gelato is also popular excursion end in itself.
At least from the time in which Grandfather Winter decided to run it again in the Hit Parade. In fact, the lake had become a sad, cold and almost abandoned. Indeed unknown. Those who passed were unaware even aware of its presence, as it was covered by white blanket that confused him with rocks and scree. He had become non-existent and only the best informed and the dowsers were known existed. Even the Emilius was very angry: he did not know where mirror. He consoled himself with the more distant Dessus Lake or Lac des Laures "Dzacquin", but the image appeared a little distorted and opaque. Listening to all these complaints, Grandfather Winter began to doubt that he had a little too much. It was true that at an altitude of almost 3000 meters you had expect very cold temperatures. However, in doing so, he understood that there had been shot in the foot. He had become obnoxious to everyone: "Already in the Val d'Aosta have six months fresh and you're cold. But as they become twelve cold!". Exclaimed in chorus tourists, trekkers and mountaineers who also, and yet, had to be adapted to the cold. It renounced to continue. It was a chorus of protests and soon, if not a Revolution, it was in prior Industrial Action. Grandfather Winter pondered what to do throughout the Winter of 56/57, then the Spring gave him the final blow. With all these explosions of colors, with all those everywhere who enjoyed life, made him feel even older than he was. He decided: "I hereby release the ice and snow. I want to become Sympathetic me too. But how?" He thought long, and then EUREKA! He had found the right Idea. Angering the Punta Rossa, usually already very nervous, almost exhausted, so much so that not a day passes without its cast stones and red hot downstairs. "Now provoke, to the point that it became even redder, indeed hot. Overheated. It is "light" to the fullest and with its warmth melt ice and snow. This Neurasthenic!" So he thought he did. Suddenly, in the space of a week of wrath, the Red Point did Hara-Hiri, grew angry and began throwing stones burning, everywhere. The Emilius, an old fox, sly watched from above. By dint of boiling stones, came to boil herself before she gave birth to the Lake Hat, then, taken by force erotic, stripped to Lake Gelato, which was neither frozen nor frozen, giving it a sensual, almost "horny". At least for a couple of months ...
LAGO GELATO
Il Lago Gelato (2957 m) trovasi alle pendici Meridionali del Monte Emilius (3559 m), ed é alimentato dai residui ormai pressocché sotterranei e da qualche piccolo nevaio, che resiste fino a tarda Estate in superficie; inoltre il glacio-nevato alla base del Versante Settentrionale della Punta Rossa (3401 m) con il suo Lago Cappello (3024 m) inviano le loro acque in direzione del medesimo. Si tratta d'un lago che, come raccontava Giovanni Matteo “Agostino” Zulian di Luin-Brissogne, è sempre stato ricoperto da una coltre di ghiaccio e neve, anche durante la bella stagione. Per loro, conoscitori e frequentatori della zona, è risultata una grande sorpresa quando nell'Agosto 1957 è apparso con le sue acque color blù intenso e profondo. Con queste fattezze non l’avevan mai visto! Solo una cornice permaneva sulla sua sponda Orientale, poiché protetta dal sole da un tondeggiante promontorio roccioso a 3050 metri circa. Com'adesso. Quindi l’inizio dell’innalzamento delle temperatura possiede una datazione ben più remota di quella dataci a credere. Oggigiorno il Lago Gelato non è “più gelato” e si spoglia dalle nevi invernali con largo anticipo. Già dai primi di Luglio lo si può ammirare nei suoi sgargianti colori e così durerà sin all’inizio della cattiva stagione ed oltre. Fino a quando Nonno Inverno deciderà di entrare prepotentemente in gioco con le sue gelide temperature Così i numerosi frequentatori dell’Emilius lungo la “Cresta dei Tre Cappuccini” potranno ammirare le sue fattezze; ma il Lago Gelato è meta anche di escursione fine a se stessa.
Almeno dal tempo nel quale Nonno Inverno decise di lanciarlo nuovamente nella Hit Parade. Difatti era diventato un lago triste, freddo e quasi abbandonato. Anzi sconosciuto. Quelli che passavan non si rendevan neppur conto della sua presenza, coperto com'era dalla bianca coltre che lo confondeva con rocce e pietraie. Era diventato inesistente e sol i meglio informati ed i rabdomanti ne conoscevan l’esistenza. Anche l’Emilius era molto arrabbiato: non sapva più dove specchiarsi. Si consolava col più lontano Lago Dessus de Laures o Lac “Dzacquin”; ma l’’immagine appariva un pò distorta ed'opaca. Ascoltando tutte queste lamentele, Nonno Inverno incominciò a dubitar d'aver un poco esagerato. Pur ver che a quota di quasi 3000 metri bisognava aspettarsi temperature alquanto fredde. Però, si facendo, capiva che davasi la zappa sui piedi. Era diventato antipatico a tutti: “Già che in Val d’Aosta abbiam sei mesi di fresco e sei di freddo. Ma così diventan dodici di freddo!”, esclamavan in coro turisti, escursionisti ed anche gli alpinisti che, eppur, al freddo dovevan esser adattati. E rinunciavan a proseguire. Era un coro di proteste e presto, se non una Rivoluzione, era in preventivo n’Azione Sindacale. Nonno Inverno meditò su cosa far per tutto l’Inverno del 56/57; poi la Primavera gli diede il colpo finale. Con tutte quelle esplosioni di colori, con tutta quella vita che godeva ovunque, lo faceva sentir ancor più vecchio di quanto fosse. Decise: “Sciolgo i ghiacci e le nevi. Voglio diventare Simpatico pure io. Ma come fare?” Ci pensò lungamente, e quindi EUREKA! Aveva trovato l’Idea giusta. Far incavolar la Punta Rossa, di solito già di per sé molto nervosa, quasi esaurita, tanto che non passa giorno che non scagli le sue pietre rosse e roventi dabbasso. “Adesso la provoco, al punto da farla diventar ancora più rossa, anzi bollente. Surriscaldata. Si “accenderà” al massimo e con il suo calore scioglierà ghiacci e nevi. Questa Nevrastenica!” Così pensò e fece. Di colpo, nel giro d'una settimana d'Ira Funesta, la Punta Rossa fece Hara-Hiri, si alterò e cominciò a lanciar pietre infuocate, ovunque. L’Emilius, da vecchia volpe, guardava sornione dall’Alto. A forza di bollir sassi, finì per bollir se stessa: prima partorì il Lago Cappello, poi, presa da impeto erotico, spogliò il Lago Gelato, che non era più né gelato né ghiacciato, facendogli assumer n'aspetto sensuale, quasi “arrapato”. Almeno per un paio di Mesi …
The RED POINT, Angry, broke his cloak snowy revitalizing the Frozen Loch, by Corvus
The Diatribe between Goats Lake with E'cho Loch & Arbitration by Boulders Pond
Goats also E'cho Lake, the double name? or bouble Lochs, by emilius
Everyone knew that this was the Goat Lake (2702m). From Centuries, even Millennia, perhaps as Always. At least since the Shepherds were grazing in the Upper Valley of Arbolle in its middle part, ie under Frozen Lake (2956/7m). Moving in the pasture, depending on existing grass, goats, alone, ranged the place of drinking. As it happens again today for those of my friend Ezio Fragno. One fine day there came a Lord, who thought he knew more: "But what Lake of the Goats! What is the Lac de l'E'cho if you go there and try to run your Ooooohhhhh towards Peak Garin (4861m) and she, inevitably, will respond by coming down the Echo from Pas of the Valaisan (3210m), as a sled at full speed. Go and try". It was true. But then this was the Echo Lake?
The Antonio is down that ran over there with the line: "You took some trout?" ... "What do you want to take that up there there is a hellish noise. Fish are hiding under all the water for the Fear and there is not one that throws off his head. Both lakes under quarrel among themselves aloud looks for the Name and the one above is crazy and enraged by all this noise. Indeed it was there that tinkers with the boulders. Go and see, because it seems that Things are happening Turkish. Then feel an Eco deadly of which there are Cash of Resonance".
The Frozen Loch had distanced itself from all this Mob and was more secluded at the top, on the right there, watching "disgusted" by the High Nobility of her.
Doubts arose. The Cartographers, however, to seize the opportunity (a drop in Football) and immediately reported on the cards "Lac de l'E'cho", believed to have made a great Discovery. Indeed one of Scoop! There was no doubt to doubt. Lake of the Goats and the poor? Disappeared, with much of the same pain that they did not know where to go for a drink. Certainly not quenched their thirst with the Eco. In fact, being in relationship with Steinbocks, loved the Great Silences and those four Rabadàn, that passing threw their clamor, the annoyed. And not a little. A Real Injustice! But our Doubts remained: "Let's try to think of Reason Logic. Shepherds for what interested: Water or Eco?". There is no need to answer. We conducted thorough Investigations. We found higher up a mini lake with no name at an altitude of 2861 meters, nestled against the Trident of Comboé, almost under the eponymous Hill (3014m), through which we have never seen anyone pass. Maybe once. By Guard Hunting Baron Beck Peckoz, where his Reserve stretched on both sides of the Hill Carrel (2912 m), between "Becca" and Emilius. We tried here too the Eco. Answered. It was resolved the Busillis. That was in the Lake of the Goats and pond that Echo. He said the Reason. The End of th'Enigma. Goats are not so stupid to go and drink where there is scarcity of water, so that the same appears early in the season but then the Sun and Rocks Emilius the "burn." And also, being known by a few people, had disappeared from the Collective Memory. Then the Lord, do not know how, it is remembered or heard some Old Gamekeepers of the Village. Charvensod, of course. But do not overdo it ... S'il vous plait! The "Lake of Boulders" (2943m), who lives a little farther to the Northwest of Frozen Loch and below the Ròss Pass (3091m) and above the other two, no end to thank for how we solved the Problem by issuing according to him, a Righteous Judgment: "If those two down there would not stop arguing I had already prepared the boulders to pull their heads. Had already distanced himself from the Frozen, and now come out that these two no longer stop fighting over the Paternity of the Name. It 's really hard to live in a Condo!".
The GOAT Lake (2702m) in Middle Arbolle's Vallon, by Gino Bolfo
Tutti sapean che quel l'era Il Lago delle Capre (2702 m). Da Secoli, anzi Millenni, forse Sempre. Almen da quando i Pastor pascolavan l'Alto Vallon dell'Arbol in metà, cioé sott'al Lago Gelà (2956/7 m). Spostandosi nel pascolar, a seconda dell'erba esistente, le capre, sole, variavan il posto del bér. Come avvien tutt'Oggi per quelle del mio amico Ezio Fragno. Un bel Dì s'alzò un Signor, che pensava saper di più: "Ma qual Lago delle Capre! Quell'é il Lac de l'E'cho e se ci'andé prové lanciar l'Ooooohhhhh verso il Garin (4861 m) e lei, sicuro, vi rimanderà facendo scender dzò l'Eco dal Pas du Valaisan (3210 m), come 'no slittino in pien corsa. Andé e prové!". L'era propri vero. Ma allor questo era veramente il Lago dell'Eco?
Vien giù l'Antonio che girava da quelle parti con la lenza: "Hai ciapà qualcosa?" ... "Cosa vuoi prendere che lassù c'é un frastuono infernale. I pesci si son tutti nascosti sott'acqua per Paura e non ce n'é uno che tiri fuor la testa. I due Laghi di sotto litigano tra di lor a voce alta sembra pel Nome e quello di sopra é fuor di testa ed inferocito da tutto questo rumore. Anzi é li che armeggia coi macigni. Vai a vedere, perché mi sembra che stian accadendo Cose Turche. Poi senti un Eco micidiale, che fà da cassa di risonanza!".
Il Lago Gelato avea preso distanze da tutta sta Plebaglia e sen stava appartato più in alto, in là sulla destra, guardando "schifato" dall'Alto della sua Nobiltà.
Sorser dubitasion. I Cartografi, invece, presero la palla al balzo ( nel Calcio drop)e subito riportaron sulle carte "Lac de l'E'cho", convinti d'aver fatto gran Scoperta. Anzi 'no Scoop! Non era alcun dubbio per dubitar. Ed il pover Lago delle Capre? Sparì, con gran dolor delle stesse che non sapevan più dove andar bere. Non si dissetavan sicuro con l'Eco. Anzi, essendo in parentela con Stambecchi, amavan i Grandi Silenzi e quei quattro Rabadàn, che passando lanciavan schiamazzi, le scassavan. E non di poco. 'Na vera ingiustisia! Ma le nostre Perplessità restavan: "Proviam a ragionar de Ragion Logica. Ai Pastor cosa fregava: l'Acqua o l'Eco?". Non v'é bisogna di alcun risposta. Indagammo. Scrupolosamente. Scoprimmo più in sù un laghettin senza gnanc'appel ai 2861 metri, stravaccà contr'al Trident di Comboé, quasi sott'l suo colle (3014 m) attravers'il qual giammai abbiam visto scavalcar nessuno. Forse 'na volta. Dai Guardia Caccia del Baron Bec Peccoz, lorché la sua Riserva si slungava di qua del Col Carrel (2912 m), tra la "Becca" ed Emilius. Provam: anche qui l'Eco. C'era. L'era finì el Busillo. Quel sotto Il Lago delle Capre el sopra quel dell'Eco. Lo dicea la Rasòn. Fin dell'Enigma. Le Capre non son stupide d'andar ber dove d' acqua non c'é che poca, se é ver che lo stesso appar d'inizio stagion ma, poi, il Sole e le Rocce dell'Emilius lo "brusan". Ed in più, essendo conosciuto a pochi, l'era scomparso dalla Memoria Collettiva. Poi quel Signor, non si sa come, s'é ricordà oppure ha scoltà qualche Vecchio Guardiacaccia del Villaggio. Del Charvensod, logicamente. Ma non esageriam ... S'il Vous plait!
Il "Laghetto dei Macigni" (2943 m), ch'abita un poco più in là del Nordovest del Lago Gelato e sotto al Col Ròss (3091 m) e sopra gl'altri due, non smetteva più di ringraziar per come avevam risolto il Caso emettendo, secondo lù, 'na Sentenza Giusta: "Se quei dò là soto non la smettevan d litigar m'ero già preparà sassi da tirar in testa. Già ch'avevo preso le distanze dal Gelato, ed adesso vengon fuor sti due che non la mollan più de far casìn per la Paternità del Nome. L'é veramente dura d'abitar in Condominio!".
The BOULDERS's also "MACIGNI's" Pond or the REFEREE, by Emilio BERTONA
LOCH POINTED HAT LEGEND
The Red Point strips of her white cloak, by Vicentini Gianfranco
They say that Emilius and the Punta Rossa did not go very okay. He haughty and contemptuous towards her, always scolded with insults: "You're small and ugly, you're always getting in the way between me and the Garin! That is a mountain that is elegant and refined lines. Clearly not like my that are perfect, but definitely worthy of a look at them, like a good boy. O as the "Becca" at my feet on the other side. These are my maids. Thou, however, ruin everything with serious damage d 'image for My Realm. And then do not even have a lake, even tiny little. In addition, you were born with three heads and you can not even figure out what the real one, the highest. You really are a monster ... " The Red knew he was very old, but he thought of Emilius the same thing she had always felt pretty, but she was not sure. Incidentally he had always mirrored in a small pond below the Valliger's Pass. But it was a puddle, not comparable with that pimp of Frozen Lake, where every morning His Royal Highness th'Emilius is reflected narcissus and gives him the bow. "I will not be the World's Most Beautiful", he thought, "But this really makes me feel like a Witch". But then reflected, "What is my life, always second lead. Squeezed between that little bitch of Garin and this Trombone gives oneself airs, it's just hot air. I have to build a mirror too, so I'll most beautiful mirroring me all mornings. So far I have too much neglected ". So he thought of becoming a Witch, because they do hags Spells. He did. For real. He took off his white winter coat and took on a new coat. Red, reddish in fact, still rather dark red, ruddy, reddish and red deep, nearly purple. He looked in the pond and figured that now was really a Witch. And he behaved as such: first raised his white robes and suggested two or three legs, it was not clear, red, worn out and shriveled. It looked like a stone! Then he untied the fields of snow at his feet, with a roar of Thunder dumped an avalanche of stones rubbing together had the effect of a fuse. Boooom, a big explosion and magically appeared at his feet a lake. As a small, nor big, definitely nice turquoise and green waters. But, being born of a Witch, had a particularly unusual: the shape of a hat with tips. Two to be precise, like those of Gendarmes. The Emilius, with fright, he was stunned and sweating damn broke the all that remains is its Ancient Glacier, while the red one was reduced giving birth to the lake, but, now, he was the only one to feed that big pimp of Frozen Loch.
Years passed, even too many, and Dr. Falcoz going over there with his friends amazement (over the years he had never seen) saw him and baptized Lake Hat, because, he said, had the shape of a hat Carabiners. So too were forced maps, nameless, to record it. Why, even today, do not know what is the "Lake Hat".
The Lake Hat with two strikers was born among the Thirties & Forties
The Lake Cappello/Pointed Hat LEGEND, by emilius & andrea.it
Raccontan che l'Emilius e la Punta Rossa non andasser molto daccordo. Lui altezzoso e sprezzante nei confronti di lei, sempre la redarguiva anche con insulti: "Sei piccola e brutta, sei sempr'in mezzo ai piedi tra me e la Garin! Quella si ch'é una montagna dalle linee eleganti e raffinate. Chiaramente non come le mie che son perfette, ma sicuramente degne di dar loro un'occhiata, da buon maschio. O come la "Becca" ai miei piedi dall'altra parte. Queste sono le mie ancelle. Tu, invece, rovini proprio tutto con grave danno d'immagine per il Mio Reame. E poi non hai neppur un lago, neppure piccolo piccolo. Inoltre sei nata con tre teste e non si riesce nemmeno a capir quale sia quella vera, la più alta. Sei davvero un Mostro ...". La Rossa sapeva d'esser molto vecchia, ma pensava dell'Emilius la stessa cosa; s'era sempre sentita graziosa, ma non n'era certa. Daltronde s'era sempre specchiata in uno stagnolo al di sotto del Passo del Valligiano. Ma era una pozzanghera, non confrontabile con quel ruffiano del Lago Gelato, dove tutte le mattine Sua Altezza reale l'Emilius si specchia narciso e lui gli fa l'inchino. "Non sarò la Più Bella del Mondo", pensava, "Ma questo mi fa proprio sentir 'na Strega". Però poi rifletteva "Che Vita la mia, sempre da comprimaria. Schiacciata tra quella puttanella della Garin e questo Trombone pieno di Arie, arie fritte. Mi devo costruire uno specchio anch'io, così mi farò più bella rispecchiandomi tutte le Mattine. Finora mi son troppo trascurata!". Così pensò bene di diventar 'na Strega, perché le megere san far le Magie. Lo fece. Per davvero. Si tolse il bianco mantello invernale e ne assunse un nuovo. Rosso, anzi rossastro, rossiccio, anzi ancora rosso cupo e porfondo, quasi una porpora. Si guardò nello stagno e dedusse ch'adesso era veramente 'na Strega. E come tal si comportò: dapprima s'alzò le vesti bianche e propose due o tre gambe, non si capiva bene, rosse, logore e incartapecorite. Sembrava proprio una logora pietraia! Poi sciolse i campi di neve ai suoi piedi, scaricò con un rombo di Tuono una valanga di pietre che, sfregando tra di loro, ebbero l'effetto d'una miccia. Boooom, 'na grand'esplosione e, magicamente, ai suoi piedi apparve un lago. Ne piccolo, ne grosso, sicuramente bello e dalle acque color verde turchese. Ma, essendo nato da una Strega, aveva una forma particolarmente inusuale: la forma d'un cappello con le punte. Due per la precisione, come quelli dei Gendarmi. L'Emilius, per lo spavento, trasecolò e sudando maledettamente sciolse del tutto quel pò che restava del suo Antico Ghiacciaio, mentre quello della Rossa si s'era ridotto partorendo il lago ma, adesso, era rimasto l'unico ad alimentare quel ruffianone del Lago Gelato.
Passaron gli anni, neppur troppi, ed il Dottor Falcoz passando da quelle parti con i suoi amici con grande meraviglia (non lo aveva mai scorto) lo vide e lo battezzò Lago Cappello, perché, a suo dir, aveva le forme d'un cappello dei Carabinieri. Così anche le carte furon costrette, senza nome, a registrarlo. Perché, ancor oggi, non sanno che quello é il "Lago Cappello".
The grim Emilius is reflected in the "pimp" Frozen Loch, by Osw
The mini Lussert Pond
PANO to EMILIUS near the New Born Lussert's Minipond, by pr18
How is a new lake? They will tell you a lot of bull! One day, while I lecture, I asked my clients if they knew why the Winter we have very little sun. Being that among them there are also engineers, architects, professors of Natural Sciences, surveyors, but also housewives, I had a number of explanations incredible. Everyone wanted to show off their culture and amaze others. So put at stake the Earth's axis, the Earth's axis with respect to the other planets coming to Mars, the solstices and equinoxes, even interplanetary movements. It was to be astonished, indeed surprised, almost stunned! All say, "Yes, it is true, but not enough ... Even the housewife who had given me the most plausible answer:" by force, because the Emilius and Becca di Nona Winter him to hide. "it was true, but also for her was not enough. After an hour and a half at the end of the lesson, the thermometer of curiosity had skyrocketed, "But then we want to tell, because we have little Winter Sun?". my answer was seraphic: "very simple, because all Summer we'll get a little sun and so there is little left for the Winter ...". had to escape. Yet i tell you the truth. do not like my Participants, which are good at doing gymnastics, but are stereotyped movements and ideas!
The lakes, as everyone knows, are like children. Or are born under a cabbage, or are brought by the stork. There are other truths. The rest is just "scientific" explanations. You walk over there for years and never see anything. Then you go back one day and what do you find? A small lake with blue embroidery emerald green. Will be born this night? Can be. Like a fungus. Th'emilius, who was a Photographer Artist, does not think a moment. It extracts the machine and filming him. Before it disappears again.
Maybe Forever...
The NEW born LUSSERT Pond, by emilius
Come nasce un nuovo lago? Vi racconteranno un sacco di balle! Un giorno, mentre facevo lezione, chiesi ai miei clienti se sapevan perché d'Inverno abbiam poco sole. Essendo che tra costoro vi son pure Ingegneri, Architetti, Professori di Scienze Naturali, Geometri, ma anche massaie, ebbi una serie di spiegazioni incredibili. Ognuno voleva ostentare la propria Cultura e stupir gli altri. Così scomodarono l'asse terrestre, l'asse terrestre rispetto agli altri pianeti giungendo fino a Marte, i solstizi e gli equinizi, addirittura i movimenti interplanetarei. C'era da restare stupiti, allibiti, anzi esterrefatti! A tutti rispondevo: "Si, é vero, ma non basta... Anche alla massaia che m'aveva dato la risposta più plausibile: "Per forza, perché l'Emilius e la Becca di Nona d'Inverno ce lo nascondono!". Era proprio vero, ma anche per lei non era sufficiente. Dopo un'ora e mezza al termine della lezione, il termometro della curiosità era salito alle stelle: "Ma allora ce lo vuoi dire, perché d'Inverno abbiamo poco Sole?". La mia risposta fu serafica: "Semplicissimo, perché tutti di Estate ci prendiamo un pò di sole e così ne rimane pochino per l'Inverno...". Dovetti scappare. Eppure avevo detto la Verità. Non fate come i miei Corsisti, che son bravi a far ginnastica, ma sono stereotipati nei movimenti e nelle Idee!
I laghi, lo san tutti, son come i bambini. O nascono sotto un Cavolo, oppure li porta la Cicogna. Non ci son altre verità. Il resto sono solo spiegazioni "scientifiche". Tu passi da quelle parti da anni e non vedi mai gnente. Gnent di Gnent. Poi ci torni un giorno e cosa ci trovi? Un laghettino azzurro con ricami verde smeraldo. Sarà nato questa notte? Può essere. Come un fungo. L'emilius, ch'era un Fotografo Artista, non ci pensa sù un'attimo. Estrae la macchina e lo immortala. Prima che scompaia nuovamente.
Magari per Sempre...
SEARCH of Minipond, by emilius
The Phantom Blansette Loch & three Laures Lakes
The LAURES LAKES and the POND of GHOSTS
Les Laures rise above the Municipality of Grand Brissogne content in a walloon by dividing ridge Punta Rossa-Emilius-Becca di Seneva-Mont Père Laurent in the West and the Chain of Roises, from the tip to the Leppe's Point-Becca of Sale or climbed to the inhabitants, in the East, at the bottom of a ridge at the head almost horizontal closes the same "tying" the Punta Rossa to Leppe, the ancient Leppy, marked by only one real hill, which is to Laures (3036m). All others are only notches or steps for hunters, just for the truth because despite numerous trips in the area we have never seen one. The Col des Laures, however, is a hill fishing for the presence of lakes in the South Lussert-Grauson and those of Laures to the North. In fact, the most popular is the one facing slope in Cogne, ie the first, rare are the climbs from the Refuge Ménabreaz, because its Higher Lake or Lac d'en Haut, even Dessus (on site Lac de "Dzacquin"), is a little out route and, among other things, is not fishy. Wherefore are observed processions of tourists, hikers and fishermen (rare rock climbers, also because the area does not offer great possibilities) from Gimillan Hamlet, while the Ménabreaz Shelter is easier to find people addressed the pass of "Three Capuchins" to go up on Emilius or, if anything, to Leppe's Hill (3110m) with the following descent into the Walloon of Saint Marcel. To this it can also come with a crossover from the Laures's Hill to that of Saint Marcel or Corona's, but it is reserved for the few hiking trip. Even fewer attended the passage through the Col di Sale or of the Grand Roise or even of Brissogne (3008m), while on the opposite side rare crossings via the Arbolle's Hill (3154m) to the homonymous vallon, and very rare ones for the Blantsette Hill (3126m), the latter is more a notch utility to climb the North-northeast Edge of th'Emilius not a hill itself, although sometimes is used to move into Arpisson, after crossing the ridge towards the Head to the nearby Blantsette. The opposite was the talk of the Peckoz Pass, also called "The Croé Pas" (3042m), so easy to reach from Laures with a good trail n° 8 as challenging on the opposite side of the Walloon of Arpisson, because its exposure to the Northwest ago is that often it is smeared by the snow or, worse, covered by layers of ice. The trace of a small path, that report cards, now is almost non-existent and the same are still visible under the Carrel Hill until Arpisson's Western Glacier, Glacier on the Eastern to the great Northwest Shoulder Head Blantsette (3139m), as they become microscopic crossing from there to the hill. In ancient times, this stretch, Baron Beck Peckoz had thrust the eyebolts into the rock to facilitate the passage of the Guards of his Reserve, Hunting Reserve of the Marquis today Turati; yet September 14, 1986, going to Seneva's Becca with Joseph Lamazzi and the Pharmacist Corrado Papone, we had found one, but now no longer exist and only a keen eye can spot any holes in the rock. For this reason, sometimes you prefer the solution of the Head and Carving Blantsette, above, which is not wrong.
Four lakes peep in this valley, that opens up in the shape of big leaf: the Lower or Lac Dessous (2544m) is, in our opinion, the real Lac des Laures being the largest and most frequented, especially because on its East shore of the hut was built Ernesto Ménabreaz Shelter (2546m), on the ruins of an old house hunting the Baron. It is also rich in fish, even if it is achieved as beautiful, as a strenuous trail, path n ° 1 rooms from Grand Brissogne, winning one bastion of almost 1700 meters to reach his effluent. Strait between the slopes of the Becca of Seneva (3081m) and Blantsette Head to the West and those of Becca of Salé also Salì and its hill on the opposite side, is subject to vertical East Wall of Mount Emilius, which stands right in front with his 500 meters of rock.
The second lake or Long Loch (2630m) is reached immediately after crossing the Torrent of Laures or his emissary, is subject to the Eastern slopes of the Little Roise (3273/4 m), the Tops Gianni Junod also Central Roise and the Great. Powered by Chaz Torrents, which originates below the rocky promontory with the Cross of Charrey (3110m; underground seepage beyond the watershed from Glacier Blantsette?) From Lac Dessus the Montet Torrent and a tiny lake perched (2724m) in the South of the moraine path n° 3 towards Leppe's Hill (3110m), remnant of an ancient glacier of that name. It tells an old Legend, as reported laconically an as much old book, that there is gold in Long Lake, and this is also the lake of the three Roèses, so that also takes the water from a Glacier, now "exhausted", encased between the Great Roise and the Central (3300m).
The last of the three great lakes appears to be the third largest, but also the highest also Dessus Loch (2787m), situated to the East of Arbolle's Hill and Altitude 3284 meters and the Pass of the "Three Capuchins", can be reached by the trails n° 4 and n° 6 that lead to these two hills. We talk about it in a separate chapter.
A fourth lake, Smaller, or Icy Lake (2944m), also called Lac Jacquin is located under the wall next to the East Southeast with two other mini ponds, and his emissary who falls Lac d'En-Haut Dessus or is marked as Torrent Jacquin, but it is a controversial history. In fact, in 1978 during the writing of "Guide of Mount Emilius," Giovanni Matteo "Agostino" Zulian of Luin-Brissogne identified the Lake "Dzacquin" in Lake Dessus and what it reconfirmed in 2009 and 2010, not long before his death (July 25th, 2012). Coming from someone who has spent a lifetime to Laures from an early childhood by the Pastor with the Father Alcide. A final lake, so Laures lakes are not three but eight, was at the base of the Blantsette's Carving at the end of the glacier in a small walloon, where the snows in the end moraine. Marked by old papers, we have not yet seen July 13, 1971 in our "Tour of Emilius" with descent from the Col Blantsette the moraine and then to Ménabreaz. Then it disappeared like a ghost. More on this later, explaining why.
These are Les Laures, which we consider to contain the radical eyve, or water, or Lauves The Eyves or even The Eyvies, such as Plan de L'Eyvies over the Pila Basin, then the Vallon of the Waters, and this is the only thing that could make sense and arouse interest in the distant past.
Where do all the legends and history begins? It is not given to know, it is a limit so thin that it is perhaps even non-existent, because the first born of real events that occurred and the second and draws inspiration from this, it is "transformed into flesh and blood" and then, over time, go back to being what was in the beginning, which is a Legend. Applies to all historical events occurred. Without disturbing the Persians, Greeks, Babylonians, Egyptians, Romans or the Middle Ages, just take the History of near Far West, is now more Legend than History!
So we tell you about the one and the other: it is August 25, 1929 and two brothers Alexander "Dino" Charrey and Jean with Cino Norat are parties at night from the shelter Peckoz groped for the unclimbed East Face. When one of the patrons of the shelter follows them up in watching them, they are already very high in itself. Maybe 60/70 meters, maximum 80, exit to the Summit. He returned a moment in the shelter, but when he comes out again, does not see any more. Back to look more carefully through binoculars. Nobody. May have been so fast? Yet the final part seems the most difficult. Check the Top. Nobody. A terrible doubt begins to creep into the mind. So it will be. Find them three days after the end of the Glacier Blantsette, where this protrudes with its characteristic moraine, still linked with their hemp rope. The Emilius had killed them. The Mountain does not kill Nobody, thunders some Big Pedantic. The Misfortunes come about only by human error or objective facts such as rock falls, landslides, landslides and avalanches. It is not true. Human Folly, who can not see beyond. How else to explain the death of certain Mountaineers as good as Cautious. Fate has always existed for Everyman. In good and in bad. Without seem phrases. But it is not and it was not even for their dear. The Plaque in the small Cemetery, now abandoned for many years, Sant'Orso paid in full sun on Emilius, confirms and sounds like this: "Face to Emilius Homicide ...". They had it all figured out. Every so often, when it was open, I went to make a prayer on their Tomb. And on that neighbor Innocent Manzetti. The true Inventor of the telephone and Only. But even here the men were able to distort a truth. The more real, almost self-evident ... The Emilius, Murderess, pretended to be moved and flowed a small tear, which became a pond at his feet. But it was crocodile tears and soon died down among the stones. We still have the view and for what we write. Now no longer exists, but survives our History/Legend. They say that, at Night, Lake Ghost appears again ...
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Dancing with the STARS under the vertical East Face, after a SNOWSTORM.
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I LAGHI delle LAURES ed il Laghetto FANTASMA
Les Laures sorgono sopra il Comune di Grand Brissogne in un vallone contenuto dalla cresta spartiacque Punta Rossa-Emilius-Becca di Seneva-Mont Père Laurent ad Occidente e dalla Catena delle Roises, dalla Punta di Leppe fino alla Becca di Salé o del Salì per gli abitanti, ad Oriente; in fondo alla testata una cresta quasi orizzontale chiude il medesimo “legando” la Punta Rossa alla Leppe, l’antica Leppy, segnata da un solo vero colle, ovvero quello di Laures (3036 m). Tutti gli altri sono soltanto intagli o passaggi per cacciatori, pochi per la verità perché nonostante le numerose escursioni in zona non ne abbiamo mai avvistato un solo. Il Colle des Laures, invece, è un colle di pescatori per la presenza dei Laghi di Lussert a Sud nel Grauson e di quelli delle Laures a Settentrione. In realtà il versante più frequentato è quello rivolto a Cogne, ossia il primo; rare son invece le salite dal Rifugio Ménabreaz, anche perché il suo Lago più elevato o Lac Dessus o d’en Haut (in loco Lac de “Dzacquin”) risulta un poco fuori itinerario e, tra l’altro, non è pescoso. Per la qual cosa s'osservano processioni di turisti, escursionisti e pescatori (rari gli alpinisti, anche perché la zona non offre grandi possibilità) con partenza da Gimillan, mentre dal Ménabreaz è più facile trovare gente indirizzata al Passo dei “Tre Cappuccini” per salire all’Emilius o, semmai, al Colle di Leppe (3110 m) con susseguente discesa nel Vallone di Saint Marcel. A questo si può giungere anche con un attraversamento dal Colle des Laures a quello di Saint Marcel o di Corona, ma è gita da trekking riservata a pochi. Ancor meno frequentato il passaggio tramite il Col di Salé o della Grande Roise od ancora di Brissogne (3008 m), mentre sul lato opposto son rare le traversate tramite il colle d’Arbolle (3154 m) all’omonimo vallone e molto rare quelle pel Colle Blantsette (3126 m); quest'ultimo risulta più un intaglio d'utilità per salire lo Spigolo Nord-nordest dell’Emilius che non un colle vero e proprio, anche se a volte viene utilizzato per trasferirsi nell’Arpisson, previa traversata in cresta verso la vicina Testa Blantsette. Diverso invece il discorso del Col Peckoz, detto anche “Lo Croé Pas” (3042 m), tanto facile da raggiunger dalle Laures con un buon sentiero n° 8 quanto impegnativo dal lato opposto del Vallone dell'Arpisson, anche perché l'esposizione a Nordovest fa si che spesso sia imbrattato dalla neve o, peggio, ricoperto da strati di ghiaccio. La traccia d'un piccolo sentiero, che riportano le Carte, ormai risulta pressocché inesistente e le stesse son ancora individuabili sotto il Colle Carrel fino al Ghiacciaio Occidentale di Arpisson, sopra il Ghiacciaio Orientale fino allo Spallone Nordovest della Testa Blantsette (3139 m), mentre diventano microscopiche nell’attraversamento da questo al colle. Anticamente, in questo tratto, il Barone Beck Peckoz aveva fatto infigger dei fittoni nella roccia per favorir il passaggio delle Guardie della sua Riserva, oggi Riserva di Caccia del Marchese Turati; ancora il 14 Settembre 1986, andando alla Seneva con Giuseppe Lamazzi ed il Farmacista Corrado Papone, ne avevam ritrovato uno, ma adesso non esiston più e soltanto un occhio molto attento riesce ad individuare alcuni fori nella roccia. Per questo motivo a volte si preferisce la soluzione della Testa e Col Blantsette, di cui sopra, il che non è sbagliato.
Quattro laghi occhieggiano in questo vallone, che in alto si apre a forma di grande foglia: il più in basso o Lac Dessous (2544 m) è, a nostro avviso, il vero e proprio Lac des Laures essendo il più grande e frequentato, soprattutto perché sulla sua sponda Orientale è stato costruito il Rifugio Ernesto Ménabreaz (2546 m), sulle rovine d'un’antica Casa di Caccia del Barone. Inoltre è pescoso, anche se per raggiungerlo una tanto bella, quanto faticosa, sentiero- mulattiera n° 1 sale da Gran Brissogne, vincendo uno spalto di quasi 1700 metri per raggiungere il suo emissario. Stretto tra le pendici della Becca di Seneva (3081 m) e della Testa Blantsette ad Ovest e da quelle della Becca di Salé e relativo colle nel lato opposto, sottostà alla verticale Parete Est del Monte Emilius, stagliantesi proprio di fronte con i suoi 500 metri di roccia.
Il secondo lago o Lago Lungo (2630 m) lo si raggiunge subito appresso, dopo aver attraversato il suo emissario o Torrent des Laures; soggiace alle pendici Orientali della Petite Roise (3273/4 m), delle Punte Gianni Junod e della Grande. Alimentato dai Torrent Chaz, che prende origine al di sotto del promontorio roccioso con la Croce dei Charrey (3110 m; infiltrazioni sotterranee al di là dello spartiacque provenienti dal Glacier Blantsette?), Torrent Montet dal Lac Dessus e da un minuscolo laghetto appollaiato (2724 m) nella morena a Sud del sentiero n° 3 per il Col di Leppe (3110 m), residuo d'un antico ghiacciaio di tal nome. Racconta una vecchia leggenda, come riporta laconicamente un altrettanto vecchio libro, che nel Lago Lungo esiste l’oro; questo è anche il lago delle tre Roèses, tanto che prende pure le acque da un ghiacciaio, ormai “sfinito”, incassato tra la Grande Roise (3356/7 m) e la Roise Centrale (3300 m).
L’ultimo dei tre grandi laghi risulta essere il terzo per estensione, ma anche per l'elevazione e per ciò Lac Dessus (2787 m); situato ad Est del Colle d’Arbolle e della Quota 3284 metri e del Passo dei “Tre Cappuccini”, è raggiungibile con i sentieri n° 4 e n° 6 adducenti a questi due colli. Ne parliamo in apposito capitolo.
Un quarto lago, più piccolo, o Lago Ghiacciato (2944 m), anche lui chiamato Lac Jacquin si trova sotto la Parete Sudest con a fianco verso Est altri due mini laghetti, ed il suo emissario che scende al Lac d’En-Haut o Dessus viene segnato come Torrent Jacquin, ma si tratta d'una storia controversa. Infatti nel 1978 durante la stesura di “Guida del Monte Emilius”, Giovanni Matteo “Agostino” Zulian di Luin-Brissogne individuava il Lago “Dzacquin” nel Lago Dessus e ciò lo riconfermava nel 2009 e 2010, non molto tempo prima di morire (Estate 2012). Detto da uno che alle Laures ha passato una vita sin dalla tenera infanzia facendo il Pastore con il Padre Alcide. Un ultimo lago, laonde per cui i laghi delle Laures non sono tre bensì otto, si trovava alla base del Col Blantsette al termine dell’omonimo Ghiacciaio in una piccola conca, ove le nevi terminano nella morena. Segnato da vecchie carte, lo abbiam ancor visto il 13 Luglio 1971 nel nostro “Giro dell’Emilius” con discesa dal Col Blantsette alla morena e quindi al Ménabreaz. Poi è sparito, come un Fantasma. Ne riparleremo più avanti, spiegandovi del perché.
Queste son Les Laures che, a nostro avviso contengono il radicale eyve, ossia acqua, da Lauves o L’Eyves od ancora L’Eyvies, come il Plan de L’Eyvies sopra la Conca di Pila; quindi il Vallone delle Acque, e questa è l’unica cosa che poteva aver senso e suscitar interesse in un lontan passato.
Dove finiscono le Leggende ed inizia la Storia? Non è dato a sapere; è un limite così sottile che forse risulta perfino non esistente, perché le prime nascono da avvenimenti veri ed accaduti e la seconda trae spunto da questa, si “carnifica” per poi, nel tempo, ritornare ad essere quella che era all’inizio, ovvero una Leggenda. Vale per tutti i fatti storici accaduti. Senza scomodare Persiani, Greci, Babilonesi, Egiziani, Romani o il Medio Evo, basta prendere la Storia del vicino Far West; ormai è più Leggenda che Storia!
Così vi raccontiamo l’una e l’altra: è il 25 Agosto 1929 ed i due fratelli Alessandro “Dino” Charrey e Jean con Cino Norat sono partiti di notte dal Ricovero Peckoz per tentare l’inviolata Parete Est. Quando uno dei frequentatori del rifugio li segue osservandoli nel salire, sono già molto in alto nella stessa. Forse a 60/70 metri, massimo 80, dall’uscita alla Vetta. Rientra un attimo nel rifugio, ma quando nuovamente fuoriesce, non vede più alcuno. Torna a guardare con più attenzione tramite il binocolo. Nessuno. Possibile che siano stati così veloci? Eppure la parte terminale sembra la più difficile. Controlla la Vetta. Nessuno. Un atroce dubbio inizia a farsi strada nella mente. Così sarà. Li troveranno tre giorni dopo al termine del Ghiacciaio Blantsette, dove questo sporge con la sua caratteristica morena, ancora legati con la loro corda di canapa. L’Emilius li aveva uccisi. La Montagna non uccide Nessuno, tuona qualche Saccentone. Le Disgrazie avvengono solo per errore umano o per fatti oggettivi come la caduta di pietre, frane, slavine e valanghe. Non è vero. Stoltezza Umana, che non riesce a vedere più in Là. Altrimenti come spiegare la Morte di certi Alpinisti tanto bravi quanto Prudenti. Il Destino esiste da Sempre per Ogni Uomo. Nel Bene e nel Male. Sembrano Frasi Fatte. Invece non è così e non lo era neppure per i loro Cari. La Lapide nel piccolo Cimitero, ormai da tanti anni abbandonato, di Sant’Orso, rivolta in pieno sole sull’Emilius, lo conferma e suona così: “Face a l’Emilius Homicide …". Loro avevano capito tutto. Ogni tanto, quando era aperto, mi recavo ad effettuare una Preghiera sulla loro Tomba. E su quella vicina di Innocenzo Manzetti. Il vero ed Unico Inventore del Telefono. Ma anche qui gli uomini sono riusciti a distorcere una Verità. Quella più vera, quasi Lapalissiana … L’Emilius, Assassino, fece finta di commuoversi e sgorgò una piccola lacrima, che divenne un laghetto ai suoi piedi. Ma era lacrima di coccodrillo e presto si spense tra le pietre. Noi l’abbiamo ancor vista e per ciò ne scriviamo. Ora non più esiste, ma sopravvive la nostra Storia/Leggenda. Dicono che, di Notte, il Lago Fantasma nuovamente appaia …
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It always starts laughing & dancing and you always end up crying and suffering.
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The LEGEND of GOLD into LONG LOCH
, by Antonio
^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ROUESES & The LEGEND of the GOLD on the fund of the LAURES's LONG LOCH
And they dug, with the picks and they dug, by the picks-Axe ... THEY DUG ALWAYS. Since the Dawn until the Sunset. In the daytime and at night. The banks of the LONG LAKE they had become as the cheese Gruviera or, better, the Emmenthal of the Alps. Whole Holes. Provided of great picks and irons of every kind, they perforated the sides of the mountain. Everywhere. As in the Klondike with it very famous GOLD Diggers, the VOICE had spread and the impetuous WINDS of the EMILIUS had scattered her for the four Cantons and in direction of all the Cardinal Points: to the strata of the Great Roèse or even in the Laures's Long Loch there is The GOLD! This way a long column of Miners, him really those with the uncultivated beard on a square face and as cut with the ax, men of another Epic, goes up the homonym walloon departing from the floor valley and transiting for The Gran Brissogne, the Arp, the Vieille and the Tramouail, but not more to conduct the cows to the pasture in the paradisiacal Walloon of the Laures, with his splendid three very green and more blue lakes, on the contrary to look for the solution of all the problems of the LIFE, finding the precious metal. And this from the Middle Age in before and up to halves the XX° Centuries.
In the meantime, seen a so great Brothel, the Lac Dessous or Superior it retired more aloft disdainful from the tall one of his noble livery Green Emerald and going immediately to report what was happening to it Congregates it of the Three Capuchins; the little & tiny and britlle Frozen Lake, everything afraid, was sheltered instead under the Southeastern slopes of the Emilius, hoping to never be seen or reached by this enormous Team of Invading Barbarians. It didn't make an only movement instead the Lac Dessous or Under the entry of the Laureseseseses, because accustomed to hold the Public Reports of the whole Valley of the Laures and to give the welcome one to the Guests. So convinced and obstinate in their ideas as all the True Mmmmmmountaineers, that will find always also today them in their assumed positions not moving itself of a unique I pass into Secula Seculorum.
But the Great Roise was gotten tired. Both of the Poachers and to strength of furtive you shoot in the middle of his walls against the Steinbocks and the Chamoises, they upset his Eternities Silences and Rests, broken only from the rustle of the to flow of his small streams that from the Ancient Glacier of the Ruèzes, they went down with tranquillity inside the Long Lake and that Dessous also called Inferior or still Lower. Both of these unexpected new intruders that looked through her among the Dresses. At first it withdrew his Western Glacier, leaving an infinity of holes and ravines open among the great ones “Clapeys” (= great quadrated blocks and shed above the moraine); so he would have made them go crazy forcing them to sound thousand and thousand of holes and holes. But the people, to confirmation that Human Avarice, let alone the Cupidity-Greed doesn't possess confinements, they continued fearless and indefatigable, without denoting signs of tiredness and least of all of surrender. The Great Roise sought then another strategy and made to spread the news that The GOLD was hidden and occulted after all to the Lake. But perhaps all of this was true and the mountain at night and of hidden he had done it slip inside, eluding so every least possibility to find again it. But those always dug and again, still and always. Then the Great one offended him and, losing completely the head, it sent them from the tall one of his Top to great discharge of stones that made them run away forever. That's why its Peak is not sharp and pointed, on the contrary wide, flat and cut, so much that the inhabitants of the place call it Tita Plana, that means Plain also Flat Head and even Cut. Since then the Grande Roise has lost his heads, the miners and the gold diggers they have gone forever and the precious metal lies in the dark fund of the lake and also the LEGEND went lost into cross inexorable of the Time. Because I don't know anymore also in what book has read her, because I am also losing the Memory. A Magic Strategy of the mountain that he knows to be able to cancel the Men in the Time. But it exists… but it exists… it EXISTS, both the Book and perhaps also
THE GOLD…….
, by Osw
POST SCRIPTUM: they say that in the NIGHTS of MOON FULL from the banks of the Long Lake he is seen, in his DARK DEPTHS, to sparkle the gold the GILDED REFLEXES of which they melt him with those of the SILVER STAR scattering on the surface of the waters to wide MANTLE GILDED in which SELENE struts him. But this is only a GOSSIP, because at night we have found here never some. The Evening all remain to the Lake Dessous, if, to fish and then to fry "salmerini" (= tiny trouts) and trouts in the heater to firewood of the Shelter Ménabreaz. And therefore this doesn't belong after all to the LEGEND of the GOLD ... GOL ... ... GO ... gold ... gol ... go ... o ... into LONG LOCH, that is equal to the
§ § § ARAB PHOENIX § § §
“EVERYBODY KNOWS THAT IS WHERE IS ANYBODY THE TO KNOW ”…….
^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ROUESES e LA LEGGENDA dell’ORO sul fondo del LAGO LUNGO delle LAURES
, by andrea.it
E scavavan, picconavan e scavavan; con gli enormi Picconi ... SCAVAVANO SEMPRE. Dall'Alba al Tramonto. Di Giorno e di Notte. Le sponde del LAGO LUNGO eran diventate come il formaggio Gruviera o, meglio, l’Emmenthal delle Alpi. Tutto buchi. Muniti di grandi picconi e ferri d'ogni genere, foravano i fianchi della montagna. Dappertutto. Come nel Klondike con i suoi celeberrimi Cercatori d'ORO, la VOCE si era diffusa ed i VENTI impetuosi dell’EMILIUS l’avevano sparsa per i quattro Cantoni ed in direzione di tutti i Punti Cardinali: alle falde della Grande Roèse o addirittura nel Lago Lungo delle Laures c’è ... esiste ... si trova l’ORO! Così una lunga colonna di Minatori, si proprio quelli con la barba incolta su di una faccia squadrata e come tagliata con la scure, uomini di un’altra Epopea, saliva l’omonimo vallone partendo dal fondovalle e transitando per l'abitato del Gran Brissogne, nonché i progressivi Alpeggi de l’Arp, la Vieille e le Tramouail, ma non più per condurre le vacche al pascolo nel paradisiaco Vallone delle Laures con i suoi splendidi tre laghi verdi meraldo ed azzurrissimi, bensì per cercar la soluzione di tutti i problemi della Vita, trovando il prezioso metallo. E ciò dal Medio Evo in avanti e fino a mezzo del XX° Secolo.
Nel frattempo, visto un si grande ed ostinato Bordello, il Lac Dessous o Superiore si ritirò più in alto sprezzante altolocante nella sua nobil livrea Verde Smeraldo ed andando a riferire subito tutto ciò che stava accadendo alla Congrega dei Tre Cappuccini; il piccino, timido e fragile Lago Ghiacciato, invece tutto impaurito, si rifugiò sotto le pendici Sudorientali dell'Emilius, sperando di non essere mai visto o raggiunto da questa enorme Schiera di Barbaracci Invasori. aL contrario Non fece mossa il Lac Dessous o di Sotto all'ingresso delle Laureseseses, perché avvezzo a tenere le Pubbliche Relazioni dell’intera Valle delle Laures ed a dare il benvenuto agli Ospiti. Talmente convinti ed ostinati nelle loro idee, come tutti i Veri Mmmmmontanari, che ancor oggi li trovereste sempre assolutamente nelle loro posizioni assunte non spostandosi di un sol passo in Secula Seculorum.
Ma la Grande Roise si era stancata. Sia dei Bracconieri che, a forza di furtive fucilate in mezzo alle sue pareti contro gli Stambecchi ed i Camosci, turbavano i suoi Eterni Silenzi e Riposi, rotti soltanto dal fruscio dello scorrere dei suoi torrentelli che, dall’Antico Ghiacciaio delle Ruèzes, discendevano tranquillamente dentro il Lago Lungo e quello Dessous od Inferiore. Sia di questi inaspettati nuovi intrusi che Le frugavano tra le Vesti. Dapprima ritirò il suo Ghiacciaio Occidentale, lasciando scoperta un’infinità di pertugi ed anfratti tra i grandi "Clapeys" (= grandi blocchi squadrati e sparsi sopra la morena); così li avrebbe fatti impazzire obbligandoli a sondare migliaia e migliaia di buchi e fori. Ma costoro, a conferma che l'Avidità nonché la Cupidigia-Ingordigia Umana non possiede confini, continuavano imperterriti ed indefessi, senza denotare segni di stanchezza e tantomeno di resa. La Grande Roise cercò allora un’altra strategia e fece diffondere ovunque la notizia che l'ORO era nascosto ed occultato in fondal Lago. Ma forse tutto ciò corrispondeval vero e la montagna di notte e di nascosto lo aveva fatto scivolare dentro, eludendo così ogni minima possibilità di ritrovarlo. Ma quelli scavavano sempre ed ancora, ancora e sempre. Allora la Grande si stizzì alquanto e, perdendo la completamente testa, inviò loro dall'alto della sua Cima una grande scarica di pietre, tale che li fece fuggir per sempre. Ecco perché la sua Vetta non è aguzza ed appuntita, bensì larga, piatta e tagliata, tanto che gli abitanti del luogo la chiamano Tita Plana, che significa Testa Piana od anche Piatta e pure Tagliata. Da allora la Grande Roise ha perso per sempre la sua testa, i minatori ed i cercatori d’oro se ne son per sempre andati ed il metallo prezioso giace nel fondo scuro del lago ed anche la LEGGENDA andò perduta, nello scorrere inesorabile del Tempo. Perché anch'io non so più in quale libro io l'abbia letta, acché pure io sto perdendo la Memoria. Una strategia magica del monte che sa di potere cancellare gli Uomini nel Tempo. Ma esiste …ma esiste … ESISTE, sia il Libro e fors'anche
L'ORO …….
POST SCRIPTUM: dicon che nelle NOTTI di LUNA PIENA dalle sponde del Lago Lungo si intravveda, nelle sue PROFONDITA' OSCURE, luccicar l'ORO, i qual RIFLESSI DORATI si fondon con quelli dell’ASTRO d’ARGENTO spargendo sulla superficie delle acque un amplio MANTELLO DORATO intral qual si pavoneggia SELENE. Ma questa èssolo una DICERIA, ché noi mai qui di Notte alcun abbiam trovato. La Sera tutti permangon al Lago Dessous, semmai, a pescar e poi frigger salmerini e trote nella stufa a legna del Rifugio Ménabreaz. E quindi ciò non appartien alla LEGGENDA dell’ ORO ... OR ... ORo ... Oro ... oro ... or ... o ... in fondo al LAGO LUNGO, che è uguale all’
$ $ $ ARABA FENICE $ $ $
“ TUTTI SAN CHE VI SIA OVE SIA NESSUN LO SA’ ” …….
^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ The GREAT ROISE or Grande Rouèze also TITA PLANA (3357 metres)
, by emilius
^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ The Subgroup of Grande Roise or Roèse also Rouèze, with to the left the two twin Gianni Junod Points also Central Roise (3300m) and outline left the Unnamed Peak 3252m,
over the
LONG LOCH of the Laures (2630 meters)
into
MOUNT EMILIUS GROUP.
, by Osw
"Dzacquin" Loch or the Lake of Cows Shepherds
"Dzacquin" Lake in High Laures Vallon
What is the Lac "Dzacquin"? What they indicate these new Geographical Maps? No, the "Lac Dzacquin" does not coincide with the above Frozen Lake and the Lac de "Dzacquin", or the Lake of Joachim, corresponds to the Lac des Dessus of Laures. This I had told him, as always, "Agostino" Zulian, confirms today August 13th, 2013 his son Walter and his Friend Elio Saluard. But both do not know tell me why this lake has this name. I, however, think I know. At least to intuit. Dzacquin, or Joachim, was to be a pastor. A pastor, as Alcide's father "Augustine", here, hard, earned his Life. Grazing his goats and his cattle. There is no other explanation, and no one has been able to give it to me. "Dzacquin" grazed his cattle, higher than all. To Emilius nearby. There was "Dzacquin" and watched the Emilius with its walls and ridges. But he was very interested. He had other things to think. To survive. But there You found "Dzacquin", with its Troupeau, or flock or herd. When Cartographers represent the Lake "Dzacquin" in the Icy Lake, Southeast under the wall, they are not on the right track. If then "invent" a Torrent Jacquin between it and the Lac d'En Haut show that they do not know what remain treating and talking. The Lac "Dzacquin", however, is simply the Over Lac, where the pastor went to his pasture. So would any resident of Great Brissogne.
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Qual'è il Lac "Dzacquin"? Quello che indicano queste nuove Carte Geografiche? No, il "Lac Dzacquin" non coincide con il soprastante Lago Ghiacciato; il Lac de "Dzacquin", ovvero il Lago di Gioacchino, corrisponde al Lac Dessus des Laures. Questo lo aveva detto, da sempre, "Agostino" Zulian, lo conferma oggi 13 Agosto 2013 suo figlio Walter ed il suo Amico Elio Saluard. Ma entrambi non sanno dirmi perché questo lago abbia questo nome. Io, invece, penso di saperlo. Almeno di intuirlo. Dzacquin, ovvero Gioacchino, doveva essere un pastore. Un pastore, come Alcide padre di "Agostino", che qui, duramente, guadagnava la sua Vita. Pascolando le sue capre ed i suoi manzi. Non esiste altra spiegazione e nessuno é stato in grado di darmela. "Dzacquin" pascolava le sue bestie, più in alto di tutti. Lì vicino all'Emilius. Lì andava "Dzacquin" e guardava l'Emilius con le sue pareti e creste. Ma non gli interessavano molto. Aveva altro da pensare. Per sopravvivere. Però lì trovavi "Dzacquin", con il suo Troupeau, o gregge oppure mandria. Quando i cartografi indicano il Lago " Dzacquin" nel Lago Ghiacciato, sotto la Parete Sudest, non sono sulla giusta strada. Se poi "inventano" un Torrent Jacquin tra lo stesso ed il Lac Den-Haut dimostrano soltanto di non sapere di che cosa stannno trattando e parlando. Il Lac "Dzacquin", invece, é semplicemente il Lago di Sopra, dove il Pastore andava al suo pascolo. Così direbbe qualsiasi abitante di Grand Brissogne.
Lago Laghetto or Little Loch also Layet & the Loch Ness Monster
Layet Lake in Saint Marcel Valloo, by livioz
The Layet Lake (2233m)
, near the homonymous mountain pasture, looks like a small and harmless mountain lake. In fact it is terrible. The Baron Beck Peckoz had to hang the sign "NO FISHING" and everyone thought he was protecting his char and trout. But it was not. Baron, and currently the Marquis Turati, current keepers of the Reserve, they knew, always, that the lake lies a great danger. Mysterious. Like the Loch Ness monster. Indeed, it seems that in the Full Moon Nights. other than trout, a Being of Shea emerge from Layet. Great and cruel. Woe to anyone who meets him. It may be his end. Another Story, but perhaps it is only a legend, one of many that circulate in Alpine Lakes, says that the Loch Ness Monster is born here and go to Scotland just to make the Holidays. For this reason more and less seek him see it. It seems every now and then, when from Saint Marcel goes on vacation to the North. Yet they are very convinced that it is Made in Scotland. Error! Madornale. The Dragon Lochness comes from the Valley of Saint Marcel. So do the children. Antonio no, because here is wrong, not being able to fish. That's why no pictures of Lac Layet. Will never see the Loch Ness Monster!
The Dragon, Night, goes down up to Mulac, drink a good Barbera with the Marquis, as he did with the Baron, and then returns to calm, quiet in his pond. "NO FISHING", they did write Baron & Marquis, both of you agree. Of course they could not do write "WARNING here inhabits the LOCH NESS MONSTER". A little bit of Findings & Insight! My Little Nephew Peter asked me: "But Nonnino, Grandpa, tell me, thou hast seen? "... "Only once" ... "And how is Male or Female?" ... "The Dragons are all Males.'s Females are born all Butterflies. Whatever you say Mother Nature" ... "But how is big?" ... "In two or three quintals, like a Cow" ... "But you tried to talk to him?" ... "No, I just wanted to take a picture but I said: "Do not try it, Burk, or else I'll give you one great cuff reverse." POSTSCRIPT
I give you a hint: if you want to see the Lochness Dragon take someone with a Child. He will show you, because he knows that they still believe in Fairy Tales & Legends.
The Loch Ness Monster may appear at any moment. But you have to come in the Full Moon Nights!, by livioz
Il Lago Layet (2233 m)
, presso l'omonimo alpeggio, sembra un piccolo ed innocuo laghetto di montagna. In realtà é terribile. Il Barone Beck Peckoz aveva fatto appendere il cartello di "DIVIETO di PESCA" e tutti pensavano che volesse proteggere i suoi salmerini e le Trote. Ma non era così. il Barone , ed attualmente il Marchese Turati, tenutario attuale della Riserva, sapevan, da sempre, che il lago nasconde un grande Pericolo. Misterioso. Come il Mostro di Lochness. Sembra, infatti, che nelle Notti di Luna Piena. altro che Trote, un Essere Marino emerga dal Layet. Grande e Crudele. Guai a chi lo incontra. Può diventare la sua Fine. Un'altra Storia, ma forse é solo una Leggenda, una delle tante che circolano sui laghi alpini, racconta che il Mostro di Loch Ness sia nato proprio qui e vada in Scotland solo per far Ferie. Per questo motivo più lo cercano e meno lo vedono. Appar di tanto in tanto, quando da Saint Marcel va in Vacanza al Nord. Eppure lor sono convintissimi che sia Made in Scotland. Errore! Madornale. Il Drago di Lochness proviene dal Vallone di Saint Marcel. Lo sanno anche i bambini. Antonio no, perchè qui non va, non potendo pescare. Ecco perché non ha foto del Lac Layet. Non vedrà mai il Mostro di Loch Ness!
Il Dragone, di Notte, va giù fino al Mulac, si beve un buon Barbera con il Marchese, come faceva con il Barone, e poi torna tranquillo, tranquillo nel suo laghetto. "DIVIETO di PESCA", han fatto scrivere Barone e Marchese, tutti e due daccordo. Certo non potevano fare scrivere "ATTENZIONE qui abita il MOSTRO di LOCHNESS". Un poco di Giudizio & Perspicacia! Il mio Nipotino Pietro mi chiede: "Ma Nonno, Nonnino, dimmi, tu lo hai visto?" ... "Sol 'na volta" ... "E come é Maschio o Femmina?" ... "I Dragon son tuti Masci. Le Femmine nascon Farfalle. Siccome vuol Madre Natura" ... "Ma come é grande?" ... "Fà due tre quintali, come 'na Vaca" ... "Ma tu hai provato a parlare con lui?" ... "No cercavo solamente far 'na foto ma m'ha dito: "Non ci provar, Cojòn, ltrimenti te dago 'no sberlon che te rabalto". POSTE SCRIPTE
Aggio da dà nu buon consiglio: si vulite vedé lu Mostre de Lochnesse fatev' accumpagnà da 'nu Guaglione. Se farrà vedé, chillo sa che i Piccirilli credun'ancò a e Favule elLeggende.
LAYET Lake, always by livioz
Lago di Lec or Lavodilec also Loch of the Lake & SAMIRA
Grand Avert Subgroup
Lavodiléc Lake in Saint Marcel Vallon, by Antonio
The Lake of Lec no longer knew who he was. He had lost all his Identity. Who called it Lake and, until there was good and the self recognized. Who called him Lec, and then understood that it was a diminutive. But then came the Specialists: "This is the Lake Lec or better if you want, Lagodilec". No. revolted others: "This is He washed the Lec, that is the Mirror of the lake. The poor Lago did not understand anything". Even if he ever had a Mother and a Father. Was the Son of None and anyone, getting a Morning, could change him name. Yet he was a simple one. Watered the cows who brought the Shepherds, laundered its waters, changed its wonderful colors during the hot day and then rested in Alpine Nights. He had no problems. Since Millennia. These "Break Balls" instead delighted to make Borthel: "It is called so". No: "It's called there" He had just, sorry for the vulgar, the Bales Full. He decided to leave the scene and, in secluded at the foot of Little Avert, to live Peaceful and Happy Life. In spite of all these Philosophers of Toponymy!
MESSAGE from IRAN:
samira Hi(salam) Reply
Voted 10/10
What a beautiful nature.It is a masterpiece.
But one fine day he receives a Divine Message: a Princess of Orient admires him. It's him, so small, little & tiny receiving the attentions of a Goddess of Iran. Incredible, is it really true that Love has no boundaries! The problem comes next: our Lavodilec wants to leave immediately for Bandar Anzali! Absssssolutely must go to meet Samira. the Great Love of his Life: "Just, I'm tired of being closed in these mountains, squeezed between Tessonet's Point and Little Avert, like a Tiger in a cage. I want to leave immediately for Iran! Bring in your car, by train, by plane. Take me with what you want, but immediately! Incidentally I have not hardly anyone here, I never had as a 10 rating by anyone, at most 7 +, and die in these mountains like Mr. Nobody. Do not you know what my name is not even on my name and make a terrible mess. I will die like a semi unknown mountain lake, among the many existing in Aosta Valley. Instead I leave for Iran, I reach Bandar Anzali and marry Samira. I will become a Prince of the East, and I will place in a high rank, perhaps near the Damavand, because here is from Millennia that leave me at 2359 meters, not one more, and perhaps soon, I will go down even level. No, no I am going to Samira, ensure that you understand me!".
Could not have happened. Imagine if this part on foot: a flood across the Valley of Aosta. Immediately, in the day, we need to convene a Board of Plumbing Engineers, Scientists and Nobel Prizes. Why carry a lake from the Vallon of Saint Marcel to Iran is certainly not a joke ...
LAVODILEC Lake, the double name, by Antonio
Il Lago di Léc non sapeva più chi fosse. Aveva perso ogni sua Identità. Chi lo chiamava Lago e, fin lì, gli stava bene e si auto riconosceva. Chi lo chiamava Léc, ed allora capiva ch'era un diminutivo. Ma, poi, venner gli Specialisti: "Questo é il Lago di Lec o, meglio se volete, Lagodilec". No. insorser'altri ancora: "Questo é il Lavò di Léc, cioé lo Specchio del Lago. Il povero lago non capiva più un tubo. Neppure se mai avesse avuto una Madre ed un Padre. Era Figlio di Nessuno e chiunque, alzandosi un Mattino, poteva cambiar a Lui Nome. Eppur lui era un semplice. Abbeverava le mucche che gli portavano i Pastori, riciclava le sue acque, cambiava i suoi meravigliosi colori durante il caldo giorno e poi riposava nelle Notti Alpine. Non aveva Problemi. Da Millenni. Questi "Rompi Coglioni" invece si dilettavano a fare Bordello: "Si chiama così". No: "Si chiama cosà". Ne aveva proprio, scusate il volgare, le Palle Piene. Decise d'uscir di scena ed, appartandosi alle pendici del Petit Avert, di viver Vita Serena e Tranquilla. In dispetto a tutti questi Filosofi della Toponomastica!
A Doubtfoul & Unsure Loch of Lavò also Léc retired between its banks / Ormai insicuro della Propria Identità si ritirò tra le Sue Sponde, by Antonio
MISSIVA dall'IRAN:
samira Hi(salam) Reply
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What a beautiful nature.It is a masterpiece.
Ma un bel dì riceve un Messaggio Divino: una Principessa d'Oriente l'ammira. Si proprio lui, così piccino, piccino riceve l'Attenzioni d'una Dea dell'Iran. Incredibile, é proprio ver che l'Amor non ha confini! Il problema vien subito dopo: il nostro Lavodilec vuol partir subito per l'Iran. Deve andare asssssssolutamente ad incontrare Samira. il Grande Amore della sua Vita: "Basta, mi son rotto di star chiuso tra queste montagne, schiacciato tra la Punta del Tessonet ed il Petit Avert, com'una Tigre in gabbia. Voglio partir subito per Bandar Anzali! Portatemi in auto, in treno, in areo. Portatemi con quel che volete, ma subito!. Daltronde io qui non son quasi nessuno, non ho mai avuto come Voto 10 da parte di nessuno, al massimo 7+, e morirò tra queste montagne come il Signor Nessuno. Non sapete bene neppur come mi chiami e fate sul mio Nome 'na Confusione Terribile. Morrò come uno semi sconosciuto laghetto di montagna, trai tanti esistenti in Valle d'Aosta. Invece parto per l'Iran, raggiungo Bandar Anzali e mi sposo Samira. Diventerò un Principe d'Oriente, e mi collocheranno in un alto Rango, magari vicino al Damavand, perchè qui é da Millenni che mi lascian a 2359 metri, non uno di più e, forse presto, mi faran scender ancor di Livello. No, no vado da Samira, Lei sì che mi capisce!" .
Un bel guaio. Immaginate se questo parte a piedi: 'n'Alluvione in tutta la Val d'Aosta. Immediatamente, in giornata, dobbiamo convocare una Commissione di Ingegneri Idraulici, Scienziati e Premi Nobel. Perché trasportare un lago dal Vallone di Saint Marcel all'Iran non é certo 'no scherzetto ...
Classic case of Love at first Sight between Samira & Lagodiléc! / Classico caso d'Amore a prima Vista tra Samira & Lavò di Léc!, by emilius